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Fonte Ansa - La nuova sfida di Gualtiero Marchesi? “Non ho mai mangiato pizza nella mia vita, ma adesso mi è preso questo amore. Non so ancora come sarà, e nemmeno se la farò davvero. Ma sarà una pizza anticonvenzionale, una pizza diversa ...”

Non Solo Vino
Gualtiero Marchesi

Blasonato senza stellette al petto - suo e solo suo il lusso di restituire gli ambiti fregi Michelin - maestro ricercato e imitato, mai eguagliato, Gualtiero Marchesi, 85 anni, continua a stupire. Ovviamente ai fornelli. Lo chef italiano, nel mondo il riferimento assoluto della cucina tricolore - un nome e un’evocazione da sempre, già in tempi assolutamente distanti dalla moda di pentole e pentoline in tv - il creatore di piatti di altissimo livello, oggi guarda alla pizza. La sua nuova sfida: forte di una carriera che tutto ha potuto e tutto può, vuole cimentarsi con una delle pietanze più popolari nel mondo e anche più prosaiche di sempre.
Gualtiero Marchesi ne parla nel giorno della sua Lectio Magistralis, ieri, agli alunni degli Istituti alberghieri delle Marche. Centinaia di ragazzi,cuochi di domani, a Senigallia, dove lo chef milanese ha ricevuto il premio Città di Senigallia, per ascoltare la sua lezione e chiedergli consigli. Ed è così, tra una risposta e l’altra, che Marchesi accarezza a voce alta l’idea: “non ho mai mangiato pizza nella mia vita - confida ai ragazzi - ma adesso mi è preso questo amore”.
Finita la lezione ammette di avere in testa questo nuovo capitolo della sua lunghissima carriera: “non so ancora come sarà, e nemmeno se la farò davvero. Ma sarà una pizza anticonvenzionale, una pizza diversa”. L’idea, lo ammette, non è propria sua: “ho un pizzaiolo molto bravo che mi tormenta, è stato lui ad incuriosirmi e allora mi sono venute un po’ di idee. Adesso dobbiamo metterle giù”.
La lezione agli studenti marchigiani, intanto, è un insieme di consigli, trucchi del mestiere, aneddoti del passato. Marchesi invita i cuochi di domani a diffidare dei critici (“il critico è una persona che dice di conoscere la strada, ma non sa guidare”) e chiede loro di essere sempre curiosi: “guardatevi attorno, leggete, ponetevi domande, se non siete curiosi non può funzionare”. Poi l’analisi che segna la differenza tra chimica e passione: “la cucina è scienza, sta a voi farla diventare arte”.
Ma senza trasformare i fornelli in uno show: “è sbagliato decorare inutilmente una cosa che è già buona di suo. Io amo la semplicità, non mi piace la cucina-spettacolo”.
E da qui il passo verso la bordata ai colleghi volti noti della televisione è breve: “MasterChef non mi piace, vi giuro che non lo guardo mai. In tv ho partecipato solo una volta perché mi hanno invitato, ma non è un gioco che mi appartiene”. Finita la lezione, si è messo a tavola all’Istituto Panzini per pranzare con i piatti preparati dagli studenti.

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