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Fonte Ansa - Più salmoni e trote che gamberetti nei menu di pesce nel mondo. Il tonno si consuma più in Usa che in Giappone, cresce il successo del pangasio, tanto da competere con merluzzo e nasello. La nuova mappa dei consumi ittici della Fao

Più salmoni e trote che gamberetti nei menu di pesce nel mondo, e mentre il tonno fresco si consuma più negli Stati Uniti che in Giappone, cresce il successo del pangasio, tanto da competere con merluzzo e nasello. A tracciare la nuova mappa dei consumi ittici è la Fao, complice l’evoluzione dell’acquacoltura che, con una produzione più che triplicata negli ultimi 20 anni, sfiora i 78 milioni di tonnellate confermandosi il settore alimentare in più rapida crescita. Un comparto che permette di mangiare pesce senza incidere sul progressivo impoverimento dei mari.
Non è un caso che l’Italia abbia istituito l’elenco delle imbarcazioni autorizzate alla cattura del pesce spada, una specie entrata ormai tra i grandi sorvegliati speciali. Il nuovo assetto, spiega la Fao, è dovuto all’aumento della domanda di pesce da parte dei Paesi in via di sviluppo i quali, allo stesso tempo, stanno rafforzando la produzione locale sia di pesca catturata sia di pesce allevato in gabbie o stagni. Basti pensare che il commercio ittico internazionale è raddoppiato negli ultimi dieci anni, raggiungendo nel 2014 144 miliardi di dollari, di cui 78 miliardi provenienti dalle nazioni a basso reddito.
Secondo i dati Fao, oltre a scoprire che per la prima volta le importazioni di tonno degli Usa superano quelle del Giappone, dal 2013 il valore del commercio di salmone e trota ha battuto quello dei gamberetti e, ancora, le vendite di polipi sono in forte ascesa a discapito dei calamari. Gusti nuovi che incidono nell’economia dei Paesi, visto che nel 2014 il Vietnam è il terzo maggior esportatore di pesce, grazie all’exploit del pangasio, superando la Thailandia. Quanto all’acquacoltura, secondo la Fao, la maggior parte degli allevamenti si trova in Asia, ma crescono a ritmi sostenuti in Africa e America centrale e meridionale dove il consumo di pesce è tradizionalmente basso. Un settore che deve molto del suo successo al fatto di essere poco soggetto all’andamento delle stagioni e al meteo, il chè facilita l’accesso al credito e la diffusione di strumenti assicurativi; si va dai future legati al commercio del salmone, alle polizze per la fornitura di prodotti ’su misura’, come salmoni più grassi adatti all’affumicatura. L’acquacoltura ha dalla sua la capacità di offrire prodotti standardizzati e, con una gestione efficiente, è possibile minimizzare gli sprechi, migliorare la salubrità, incentivare gli investimenti in impianti di stoccaggio refrigerati; tutti fattori che permettono ai supermercati di pianificare e garantire l’acquisto dei prodotti.

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