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“FOOD DESIGN STORY”: 50 ANNI DI ESTETICA A TAVOLA IN MOSTRA ALLA CITTA DEL GUSTO DEL GAMBERO ROSSO A ROMA. PER 40 ITALIANI SU 100 A VOLTE IL PACKAGING E' MEGLIO DEL CIBO

Dall’annuncio pubblicitario “E mo e mo...Moplen” che, con la voce di Gino Bramieri, sintetizzava i frutti della ricerca industriale italiana che aprì le porte alla plastica e così vinse, nel 1963, il premio Nobel per la chimica, fino al design anni 2000 ecosostenibile e globalizzato. Apre oggi a Roma, alla Città del Gusto del “Gambero Rosso”, la mostra “Food design story”, realizzata da Gambero Rosso e Associazione per il disegno industriale (Adi).

Una vetrina, aperta fino al 7 ottobre, sul “made in Italy” e sulle connessioni tra cibo, cucina e design espresse dagli oggetti selezionati dal premio “Compasso d’oro”. L’esposizione é anche un’occasione per fare il punto sulle ultime tendenze del packaging, della strumentistica per la ristorazione e degli oggetti di design presenti nella cucina di casa. Ripercorrendo i 50 anni di premi si possono scoprire, infatti, le firme e il lavoro artigianale dietro a tanti oggetti che ormai fanno parte del quotidiano di molti consumatori.

Dal dopoguerra ad oggi non è esiguo il numero di premi conferiti a oggetti di design legati al cibo: per la sua conservazione, preparazione, cottura e consumo. Una ricerca progettuale che partendo dalle antiche pratiche di cucina ha reinventato linguaggio e materiali. Un’eccellenza specifica del made in Italy, tanto che alcuni marchi in mostra sono, nei mercati internazionali, sinonimo di qualità degli oggetti di largo consumo, legati alla tavola e alla cucina. Un lavoro, quello del food-designer, la cui importanza è sintetizzata da un dato su tutti: secondo un'indagine Astra Demoskopea 2004, 40 italiani su 100 affermano che “l'involucro a volte è persino migliore del contenuto”.

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