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Food sustainability index: secondo l’indice della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition che analizza agricoltura sostenibile, nutrizione e spreco di cibo, la Francia è il Paese più virtuoso al mondo, Italia al n. 6, l’India il peggiore

L’Italia è un Paese ipernutrito, si mangia troppo, tanto che siamo secondi al mondo per sovrappeso ed obesità tra bambini e ragazzi tra i 2 ed i 18 anni, ma l’altra faccia della medaglia, nel rapporto con il cibo ed i suoi aspetti produttivi, è che il Belpaese è il miglior Paese europeo per il taglio delle emissioni di gas serra in agricoltura, e sul solco della Francia il Parlamento, ad agosto, ha approvato un’importante legge contro gli sprechi alimentari. Tutto questo fa dell’Italia il sesto Paese al mondo secondo il “Food sustainability index”, indice voluto dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (www.barillacfn.com), riunita ieri a Milano all’International Forum on Food & Nutrition n. 7, e realizzato dal Centro di Ricerca del gruppo The Economist, incrociando 58 parametri in tre ambiti di ricerca (agricoltura sostenibile, nutrizione e spreco di cibo) e passando in rassegna 25 Paesi che rappresentano i due terzi della popolazione e l’87% del Pil globale, con l’obiettivo di stabilire un criterio di misurazione comparabile, raccontando anche gli esempi virtuosi e segnando i progressi.
Al primo posto, invece, c’è la Francia, che da anni combatte una guerra senza sconti allo spreco, proponendo politiche forti per diffondere un’alimentazione sana, arrivando anche a tassare le bevande zuccherate. Dietro si piazzano Giappone, Canada, che ottiene punteggi alti anche per la qualità dei sussidi alimentari, Germania e Regno Unito, davanti appunto all’Italia, in una fotografia che fissa i limiti ed i paradossi del cibo in un mondo in cui, ancora, 795 milioni di persone non mangiano abbastanza e 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti vengono buttati, per un valore di 750 miliardi di dollari all’anno. In fondo, l’India, ultima nella gestione dell’acqua, il Paese con più bambini sotto i cinque anni denutriti, l’Arabia Saudita e l’Egitto, penalizzati per lo spreco e i tassi di obesità. Ci vuole una svolta, ma “la questione è tra le più complicate - ha detto dal Forum Jeffrey Sachs, economista e direttore dell’Earth Institute alla Columbia University - questo indice ci dice che stiamo seguendo pratiche che minacciano il pianeta. Serve una rivoluzione anche a livello istituzionale. E il nuovo presidente degli Usa, così come i politici di tutto il mondo, dovrà farsene carico”.

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