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LA STORIA

Forty Hall Community Vineyard, il vigneto più antico di Londra, rischia di sparire

Raccolta fondi per salvare il vigneto, che è anche un progetto di volontariato e di “ecoterapia”, che rischia di chiudere dopo tre brutte vendemmie

Nella Londra che è uno dei centri del commercio e della finanzia mondiale, c’è un vigneto urbano produttivo, i cui vini vanno sul mercato, e che è anche un progetto sociale di volontariato e di ecoterapia. Che ora, però, dopo tre brutte vendemmie consecutive, rischia di chiudere per mancanza di fondi. Si tratta del Forty Hall Community Vineyard, situato nel borgo di Enfield, nella zona Nord della capitale inglese, che fa parte della Forty Hall Farm, azienda agricola biologica del Capel Manor College, che si presenta come “unico vigneto londinese su scala commerciale dal Medioevo”, e che da qualche tempo ha lanciato una raccolta fondi per sopravvivere. Abbiamo urgentemente bisogno di 85.000 sterline di attrezzature e risorse per gestire il vigneto e proteggere le nostre viti dalle malattie. Soprattutto abbiamo bisogno di un trattore per svolgere in modo affidabile il lavoro essenziale di prevenzione delle malattie e garantire la nostra sostenibilità a lungo termine”, spiega una nota del Forty Hall Community Vineyard. Che “è un luogo di rifugio e di connessione sociale per la popolazione locale”. Il ricavato delle vendite dei vini, viene reinvestito nella manutenzione del vigneto, curato da oltre 100 volontari, e nella realizzazione di attività per la salute e il benessere a beneficio della comunità.
“Dal 2009, il vigneto ha prosperato, ma dopo tre anni di raccolti scarsi, a causa di condizioni meteorologiche avverse e di un oidio devastante che non siamo riusciti a controllare con le attrezzature di cui disponiamo attualmente, senza finanziamenti urgenti per migliorare le nostre attrezzature e risorse, c’è il rischio serio e reale che nel 2023 non ci sia alcun raccolto, il che significa niente più vino da vendere e la fine del vigneto di Londra”, spiegano i curatori del progetto. Che aggiungono: “abbiamo gestito le nostre finanze abbastanza bene da sostenere il progetto attraverso tre vendemmie deludenti e una pandemia, ma non possiamo sopravvivere un altro anno senza sostegno monetario. L’investimento più importante è quello per un trattore da vigneto affidabile (55.000 sterline), in modo da poter irrorare (in modo biologico) esattamente quando serve e prevenire la diffusione di malattie. Abbiamo già raccolto i fondi per l’irroratrice, ma dobbiamo anche pagare una maggiore supervisione del vigneto, per sostenere il duro lavoro dei volontari. In questo modo avremo le migliori possibilità di ottenere un raccolto sano di uva che produrrà vino da vendere e garantirà il futuro del pionieristico vigneto londinese”.
E’ il link della raccolta fondi che per ora, a 18 giorni della chiusura, ha raccolto poco più di 17.000 sterline raccolte sul target di 85.000. Chissà che non arrivi una donazione di salvataggio, magari, da Re Carlo III d’Inghilterra, che come abbiamo raccontato, è un grande appassionato di vino, italiano e non solo, o dalla Regina Camilla, che è stata anche presidente della United Kingdom Vineyards Association ...

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