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FOTOVOLTAICO IN AGRICOLTURA: UN “PIANO MARSHALL” PER REGOLARLO. È LA LINEA DEL MINISTRO GALAN, CHE RISPONDE AI DUBBI SUL DECRETO CHE LIMITA INCENTIVI E RIDIMENSIONA GLI IMPIANTI. “UN MODO PER TUTELARE IL PAESAGGIO E DARE REDDITO AGLI AGRICOLTORI”

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Fotovoltaico in campagna

Una via che permetta di sviluppare progetti di energie rinnovabili coniugandoli con la tutela del paesaggio e dell’agricoltura. È questo il “Galan-pensiero”, emerso nella conferenza stampa “Energie rinnovabili, una nuova risorsa per l’agricoltura italiana”, di scena, oggi, al Ministero delle Politiche Agricole, dopo l’approvazione, il 3 marzo, del decreto legislativo che ha modificato i criteri per il fotovoltaico nei campi. La Cia - Confederazione Italiana Agricoltori aveva espresso qualche remora, perché i nuovi limiti (limite massimo di 1 megawatt di potenza per impianto e tetto del 10% dei terreni coltivabili per azienda) non si applicano ai campi incolti da più di 5 anni: una possibile “breccia” per le speculazioni. Inoltre, a preoccupare erano i possibili tagli agli incentivi, soprattutto per chi aveva già ottenuto l’autorizzazione alle installazioni - facendo investimenti sulla base del quadro di incentivi - ma non era ancora allacciato alla rete elettrica.

Il Ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan, difende il provvedimento, grazie al quale, dice, “le aziende agricole possono ottenere gli incentivi per il fotovoltaico, consentendo agli agricoltori di procurarsi un reddito integrativo. In questo modo diamo loro la possibilità di rimanere in agricoltura e di avere anche un reddito adeguato. È la prima volta che succede, che si immette una norma che difende il paesaggio e va a beneficio in modo stabile dell’agricoltura”. Poi c’è il problema incentivi: troppi, in passato, secondo il Ministro. “Voglio fugare l’allarme ingiustificato - dice Galan - che si è creato a proposito di questo argomento e voglio trasmettere un messaggio di fiducia e tutti gli operatori del fotovoltaico, a chi costruisce pannelli, a chi li installa e a chi su questo ha giocato una scommessa imprenditoriale e, infine, agli agricoltori: gli incentivi ci sono stati e continueranno ad esserci. Il problema è definire a chi vanno destinati”. È tempo, per Galan, di “un grande “Piano Marshall”, in cui questi incentivi, invece di andare a fondi di investimento stranieri o all’industria, vanno all’agricoltura”. Con le nuove norme si potranno realizzare impianti “che non tolgono all’Italia quello che di più straordinario possiede: il paesaggio”. Il limite riguarda sia le aziende grandi che quelle più piccole. “Abbiamo posto questo limite - ha aggiunto - anche perché è molto più facile realizzare cento impianti da un megawatt che non un solo impianto da 100 megawatt”. Il Ministro ha poi assicurato che “non c’è stato alcun taglio e non c’è stato nessun blocco, neppure quello relativo ai famosi 8 gigawatt, obiettivo che l’Italia si era data. Ci tengo a rassicurare tutti e a dire di investire con fiducia perché, con la situazione internazionale che si sta delineando, un interesse precipuo e molto attento per le fonti di energia rinnovabile va incrementato. Certamente costa, perché il mix della produzione energetica italiana non è quello corretto. Stiamo utilizzando le fonti di energia rinnovabile, ma non abbiamo realizzato il nucleare”.

In più, Galan punta a velocizzare i tempi: “Stiamo lavorando perché venga approvato il nuovo conto energia entro 20 giorni. Chiedo formalmente al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e al Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani di aprire, insieme a me, un tavolo di confronto per predisporre il nuovo conto energia, per dare così nuovamente fiducia agli operatori e ai mercati”. La necessità di accorciare i tempi è dovuta alla volontà di ridurre al minimo i disagi per gli imprenditori. “Il Decreto legislativo - ha aggiunto Galan - prevedeva la concessione degli incentivi, sulla base del vecchio conto energia 2011-2013, solo agli impianti fotovoltaici allacciati alla rete entro il 31 maggio. Le banche però hanno cominciato a bloccare i crediti alle aziende con meno prospettive di rispettare il termine. Così abbiamo pensato di accelerare con il nuovo piano, per agevolare l’accesso al credito delle aziende che investono nelle energie rinnovabili”. L’obiettivo, ha spiegato il Ministro, è quello di “rimodulare gli incentivi, per non aumentare l’aggravio sulle bollette, creando una grande opportunità per gli agricoltori di integrare il proprio reddito”. Oltre al fotovoltaico, il piano energetico punta anche sulle biomasse. “Per quanto riguarda l’energia derivante dalle biomasse - ha aggiunto Galan - siamo ancora indietro rispetto al fotovoltaico, ma sono sicuro che presto anche questo settore dell’energie alternative avrà il successo che si merita, considerando che il Piano Nazionale prevede che il 50% delle fonti rinnovabili dovrà essere prodotta da biomasse. È quindi inevitabile il ruolo centrale che il Ministero delle Politiche Agricole avrà nella gestione e programmazione delle energie da fonte rinnovabile”.

Soddisfatta Confagricoltura, che saluta il decreto legislativo come “una conferma per lo sviluppo delle bioenergie, ma soprattutto un rilancio della diversificazione nella produzione di energia. Difatti, l’attenzione per raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea non si concentra solo sull’energia elettrica, per la quale viene individuato un percorso graduale di avvicinamento alla revisione del sistema di incentivi, che partirà dal 1 gennaio 2013, ma vengono anche potenziate le filiere per la produzione di energia termica, quelle per la produzione di biocarburanti e per la prima volta si prevede un sistema organizzato per la filiera del biometano”.

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