
Uno dei temi più discussi in Francia, ormai da lungo tempo, è la questione della retribuzione ricevuta dai produttori per il loro vino. Bottiglie nella grande distribuzione, non ovviamente per tutte le Aoc, vendute a poco prezzo, con offerte veramente al ribasso, hanno riempito gli scaffali dei negozi generando delle proteste accese in un periodo dove la sovrapproduzione e il calo dei consumi hanno contribuito a far scoppiare la “tempesta perfetta”. Ma c’è anche chi ha deciso di lanciare un segnale. Come già scritto da WineNews, la partnership tra E. Leclerc, “colosso” dei supermercati in Francia e Grands Chais de France (Gcf), il più grande “wine merchant” in Europa, ha fatto nascere un progetto per sostenere cinque denominazioni in difficoltà (Bergerac, Bordeaux, Buzet, Corbières et Côtes-du-Rhône), offrendo vini a un prezzo molto vantaggioso. Un bag in box, da tre litri, dove appare scritto, in evidenza, “Sostieni i nostri viticoltori” (Soutenons nos vignerons) al prezzo di 11,95 euro con tanto di percentuale destinata ai viticoltori, ovvero il 48%. Come riporta Vitisphere si tratta, approssimativamente, di oltre 150 euro ad ettolitro, “ben al di sopra dei prezzi medi praticati”. Adesso la parola passa al mercato con i consumatori che troveranno i bag in box nei supermercati Leclerc. “Prima di essere commercianti, siamo viticoltori, quindi siamo molto sensibili alle difficoltà del vigneto” ha spiegato, a Vitisphere, Anne-Laure Helfrich, direttrice marketing di Gcf, che esprime una “vera volontà di sostenere la viticoltura” difendendo anche quelle “denominazioni a volte evitate a causa del deconsumo”. Tutto questo lavorando su “un profilo vantaggioso e invitante affinché il consumatore possa aderire al progetto”. Non è escluso che “Soutenons nos vignerons” possa in futuro espandersi in volume e referenze ma sarà “il consumatore che prenderà la decisione finale in base alle scelte di acquisto. Se funziona, possiamo pensare ad altri prodotti. Ma non dobbiamo saltare i passaggi. L’idea è innanzitutto quella di consolidare un volume sufficiente che permetta un certo afflusso alle cantine partner”.
Ma quanto può incidere, sulla scelta di un determinato vino, il potere di acquisto dei consumatori? Anne-Laure Helfrich lancia un messaggio forte: “voglio dire ai consumatori che devono abituarsi al prezzo reale delle cose. Nei reparti del vino c’erano prodotti che venivano offerti a prezzi così bassi da alcuni colleghi che oggi non si sa più quale sia il vero prezzo del vino affinché l’enologo possa guadagnarsi da vivere con la sua professione”. Helfrich ha aggiunto che “non siamo il miglior offerente, non siamo tra quelli che tagliano i prezzi. Questa non è la nostra filosofia” anche se “bisogna anche rispondere alla domanda e all’offerta. Quindi non compriamo tutti i volumi allo stesso prezzo” e confermando che Gcf “non specula mai al ribasso”. Nicolas Pellenc, resposnabile acquisti Gcf sottolinea che “giochiamo su più corridoi. Abbiamo i nostri marchi, le private label, a volte facciamo operazioni di primo prezzo. E lì ovviamente seguiremo il mercato, perché i nostri clienti ce lo impongono. Le trattative sono molto complicate, molto dure. Ma sappiamo che la viticoltura francese è in grande sofferenza. Questa iniziativa nasce proprio per cercare di porre fine a questa spirale e inviare messaggi positivi”.
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