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DATI DOGANE

Francia, le esportazioni di vino fermo negli ultimi 12 mesi al +2%: crolla la Cina, bene gli Usa

Non preoccupa la Brexit (Uk su del +4,9%), e tra le denominazioni regge Bordeaux e cresce forte la Borgogna (+5,15%)
EXPORT, FRANCIA, VINI, Mondo
Francia, regge l’export ma crolla la Cina

Se i numeri dei primi sei mesi dell’anno raccontano di un Belpaese che, al giro di boa, può contare su un export in trend positivo, cresciuto nel periodo del 9% a volume e del 3% a valore, a 10 milioni di ettolitri e poco più di 3 miliardi di euro, il nostro competitor principale, la Francia, dà segnali contrastanti. Come raccontano i dati delle Dogane elaborati dal sito francese “Vitisphere”, negli ultimi 12 mesi (al 30 giugno 2019) dall’Esagono hanno preso la via dei mercati esteri 12,2 milioni di ettolitri di vini fermi, per un controvalore di 6,3 miliardi di euro, in calo del 6% a volume ed in crescita del 2% a valore (cui va aggiunto, ricordiamo, il dato relativo allo Champagne, che nel 2018 ha sfiorato i 3 miliardi di euro, ndr).
Un calo, quello dei volumi, chi riguarda in maniera particolare i vini a denominazione (-7%), con Bordeaux giù del 13%, mentre i vini a indicazione geografica lasciano sul terreno solo l’1% e quelli generici perdono il 9%. Proprio i vini di Bordeaux, che scontano il crollo sui mercati dell’Estremo Oriente (-32% in Cina e -16% ad Hong Kong), fanno segnare la crescita maggiore sul prezzo medio, che fa segnare il +15% a 11,6 euro al litro, per un giro d’affari stabilmente a 2,1 miliardi di euro. Cali significativi, a volume, anche per Alsazia (-8%), Rodano (-7%) e Provenza (-6%), mentre è stabile la Borgogna. Al contrario, in termini di valori crescono sia la Borgogna (946 milioni di euro, +5,15%) che il Rodano (468 milioni di euro, +2,16%), sia la Provenza (287 milioni di euro, +6,23%) che la Loira (231 milioni di euro, +3,8%), mentre perde qualcosa l’Alsazia (96,5 milioni di euro, -3,83%).
Detto delle diverse denominazioni, è interessante notare come, a valore, l’aspetto comunque più rilevante per analizzare l’andamento economico del comparto vino, l’unico mercato in consistente calo sia quello della Cina, sceso a 530 milioni di euro di import (-31%), mentre i segnali migliori arrivano dagli Usa, il primo importatore mondiale di vino, dove la leadership italiana è stata messa, per la prima volta da anni, nel mirino: nel periodo giugno 2018 - giugno 2019, così, le spedizioni sono cresciute del +7,69% a 1,14 miliardi di euro. Non preoccupa la Brexit, con il mercato britannico in crescita del 4,9% a 768 milioni di euro, e regge anche il grande mercato della Germania (primo sbocco per volumi anche per il vino francese, ndr), che segna il +2,04% a 510 milio di euro.

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