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Francia, nel 2022 i costi di produzione in viticoltura sono cresciuti del +5/10%

Non sempre gli aumenti dei listini riescono a compensarli, ma in generale i consumatori sembrano adattarsi ai nuovi prezzi
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Lievitano in Francia i costi di produzione in viticoltura 

L’aumento dei prezzi che ha segnato il 2022 a livello mondiale, a causa dell’inflazione e del rincaro delle materie prime, ha colpito pesantemente anche la viticoltura: in Francia, secondo la rivista specializzata “Vitisphere”, gli incrementi nei costi di produzione oscillano tra il 5 e il 10%, in base alle zone. E non sempre sono compensati da un equivalente innalzamento dei prezzi. In particolare, gli aumenti riguardano l’energia ed i carburanti, ma anche le attrezzature, come i trattori. Il lavoro è l’altro grande problema: i viticoltori faticano a trovare dipendenti e si rivolgono a fornitori di servizi o agenzie di lavoro interinale, che sono più costosi. Ad essere più colpiti sono i produttori di vini sfusi: secondo gli addetti ai lavori questo mercato, che ha una volatilità molto alta, è destinato a scomparire tra dieci-quindici anni.
Nella Champagne, zona che se la passa comunque bene, i costi energetici sono aumentati del 70%, il costo del lavoro del 6% e quello degli affitti del 3,5%.
I primi riscontri sugli aumenti dei listini praticati dai viticoltori dimostrano che ammontano in media al 3%, sufficiente a coprire l’innalzamento dei costi di produzione, ma non gli effetti dell’inflazione: ci sarebbe stato bisogno di un aumento dei prezzi del 6-7%. Tuttavia, chi ha deciso di aumentare i prezzi non ha visto diminuire le vendite: sono cambiati semmai i clienti, che confrontano i loro Champagne con quelli delle grandi Maison, piuttosto che confrontare il prezzo attuale con quello di prima.
Nel territorio di Saône-et-Loire, i viticoltori delle cantine private, dal canto loro, sono riusciti ad applicare un aumento medio dei loro prezzi del 20%. Avevano aumentato le tariffe già alla fine del 2021 a causa delle gelate, ma l’aumento è stato ben accettato dagli acquirenti e riesce a coprire quello dei costi di produzione.
In generale, tutte le regioni a vocazione vitivinicola della Francia contano sulla vendemmia 2023, sperando che sia generosa e permetta loro di assorbire i costi delle tariffe che da diversi mesi continuano ad aumentare, in particolare l’energia elettrica.

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