I giovani, i giovani, i giovani... e gli over 50? Se il mondo del vino ha un problema, a tutte le altitudini, è con il continuo invecchiamento dei suoi consumatori, ma è anche vero che se il futuro è per forza di cose in mano a Millennials e Generazione Z, non ci si può certo dimenticare della fascia 50-64 anni (i Boomer), che ha ancora un peso specifico enorme, ma che perde comunque terreno rispetto agli over 64. Specie in Francia, dove la quota dei consumi, a volume, legata agli over 64 è cresciuta di ben 10 punti percentuali negli ultimi dieci anni, arrivando, nel 2021, addirittura al 44%, secondo il monitoraggio di Kantar analizzato dal portale “Vitisphere”. La quota dei consumatori sotto i 35 anni resta invece stabile al 6% (contro il 7% di 10 anni fa) e quella dei consumatori tra i 35 e i 49 anni scende al 17% (contro il 19% del 2011), mentre il calo maggiore registrato riguarda appunto la fascia 50-64 anni, il cui peso scende al 34% (contro il 41%).
Secondo la società di analisi, così, se oggi gli acquisti di vini fermi sono guidati dai consumatori più anziani, la sfida diventa duplice: da un lato bisogna assicurarsi la fascia 50-64 anni, dall’altro c’è da prepararsi al futuro puntando sugli under 50. Ma mentre i Millennial e gli altri giovani consumatori sono al centro delle campagne di marketing dell’industria del vino ormai da anni (seppure con alterne fortune), il potenziale della fascia 50-64 anni sembra decisamente sottostimato: di certo, nell’impossibilità, che appare sempre più evidente, di recuperare terreno sul fronte dei volumi, la strategia giusta deve passare per la crescita del valore, ridando centralità al prezzo. Tenendo sempre bene in considerazione che la fascia 50-64 anni è finanziariamente solida ma attenta al budget, e disposta a pagare di più, essenzialmente, solo per prodotti (e quindi vini) locali e prodotti in maniera equa e sostenibile.
Stando agli analisti di Kantar, il desiderio di consumare responsabilmente è più pronunciato proprio tra i consumatori più maturi, il 90% dei quali afferma di adottare comportamenti quotidiani per preservare le risorse naturali, l’88% afferma di acquistare prodotti rispettosi dell’ambiente, l’85% preferisce l’acquisto di prodotti locali quando possibile e il 74% si dice pronto a pagare di più per un marchio che retribuisca meglio i piccoli produttori. Per Kantar, quindi, la strada giusta da seguire, in termini di comunicazione, per attrarre questo target, potrebbe essere quella di rimettere al centro il produttore, il suo lavoro e le pratiche produttive.
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