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FRANCIA VS COCA COLA: ALL’INTRODUZIONE DI UN’ACCISA SULLE BIBITE GASSATE A ZUCCHERO AGGIUNTO, PROPOSTA DAL GOVERNO FRANCESE, COCA COLA REPLICA CON IL CONGELAMENTO DELL’INVESTIMENTO DI 17 MILIONI DI EURO PER LA FABBRICA DI PENNES-MIRABEAU

“Bevi la coca cola che ti fa bene, bevi la coca cola che ti fa digerire, con tutte quelle, tutte quelle bollicine... ”, cantava Vasco Rossi in una delle sue più celebri canzoni. Ma non la pensa così il governo francese che, nel mese di agosto, all’interno della manovra per ridurre il deficit e per farsi portabandiera della lotta all’obesità e della difesa dei prodotti nazionali, ha annunciato l’introduzione di una tassa sulle bevande gassate a zucchero aggiunto, come Fanta, Pepsi, Sprite, l’aranciata nazionale Orangina (gruppo Schweppes) e la storica Coca Cola. E, proprio da quest’ultima, la risposta non si è fatta attendere, con il congelamento del finanziamento di 17 milioni di euro previsto per la fabbrica di Pennes-Mirabeau nel Sud della Francia.

L’annuncio, fatto dal Primo Ministro francese François Fillon, ha aperto un vero e proprio dibattito a livello europeo. In Italia, mentre la Coldiretti plaude la proposta del Governo francese, la parlamentare del Pdl Giustina Mistrello Destro, sottolinea che “in un sistema di libero mercato le ritorsioni commerciali sono un errore” e che “ciascun governo decide la propria politica economica e bisogna riconoscere che la Francia, dal vinicolo, all’alimentare e giù fino al settore dell’auto e all’industria, fa una politica di grande sostegno ai prodotti nazionali. Ma questo non vuol dire che si debba scivolare verso i divieti. Anche perché il consumatore deve essere informato, educato e non obbligato. È evidente che l’uso eccessivo di certi alimenti e certe bevande è deleterio ma non è con le imposte che si risolve il problema, quanto con una corretta politica alimentare”.

Intanto la Francia, sulla scia delle polemiche e dei malumori che questa operazione ha fatto nascere, dovrà fare i conti con il congelamento dell’investimento da 17 milioni di euro che la Coca Cola avrebbe dovuto annunciare durante i festeggiamenti per i 40 anni della fabbrica di Pennes-Mirabeau, in Provenza, prevista per il 19 settembre e che la multinazionale ha annullato per “protestare simbolicamente - spiegano in una nota - contro la tassa che colpisce la nostra impresa e stigmatizza i nostri prodotti. L’investimento non è annullato, ma deve essere riconsiderato nel contesto di incertezza creato dalla nuova imposta”, che la Coca Cola ha definito “senza senso”, sostenendo che le bibite rappresentano in media il 3,5% delle calorie assunte dai francesi e che nessuno studio ha dimostrato un legame tra il consumo di bevande dolci e l’aumento dell’obesità.

L’accendersi dello scontro tra la multinazionale e il governo di Parigi inquieta i quasi 3.000 dipendenti francesi della Coca Cola, che ha nel Paese cinque stabilimenti. Dal 2004 l’azienda ha investito in Francia più di 260 milioni di euro e la Coca Cola Enterprise ha rivendicato di aver contribuito alle politiche nazionali con il progetto “Espoir banlieu” (speranza per le periferie), che ha visto il 12% delle assunzioni negli ultimi tre anni avvenire in aree difficili, e diverse iniziative dedicate ai giovani. I contratti di alternanza scuola-lavoro sarebbero aumentati del 60% dal 2008 e più di 10.000 giovani avrebbero partecipato al programma “Passeport vers l’emploi” (Passaporto verso l’impiego) dal 2003.

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