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FRODANO LA COMUNITA’ EUROPEA PER 30 MILIONI DI EURO IN FONDI A CUI NON AVEVANO ALCUN DIRITTO: 130 RINVIATI A GIUDIZIO. TRA DI LORO ANCHE ALCUNI EX DIRIGENTI DELL’AGEA - AGENZIA PER LE EROGAZIONI IN AGRICOLTURA

Hanno preso fondi comunitari senza averne diritto: per questo 130 persone, tra cui alcuni ex funzionari dell’Agea - l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, sono state rinviate a giudizio dal Gup del tribunale di Roma, Massimo Battistini, su richiesta del Pm Tiziana Cugini. Parti lese dalla truffa, ingente (si parla di 30 milioni di euro), oltre alla stessa Agea, sono il ministero dell’economia, la commissione europea e le Regioni Umbria, Marche, Calabria, Puglia, Sardegna e Basilicata.

In base al capo d’accusa il “fraudolento disegno criminale” è stato realizzato “mediante artifizi e raggiri, costituiti da una serie di reati strumentali che spaziano dalla produzione di falsi documentali, materiali ed ideologici, all’utilizzo di suggelli contraffatti ovvero, indebitamente di suggelli autentici, alla distruzione di atti pubblici veri fino a giungere all’induzione in errore dei pubblici ufficiali dell’esecuzione dei pagamenti dell’Agea”. Molti degli imputati rispondono dell’ingiusto profitto “pari alle indebite contribuzioni erogate nell’ambito delle politiche strutturali dell’Unione europea volte a contenere il surplus di produzione di seminativi mediante la messa a riposo dei terreni”.

Il blitz della Guardia di finanza che fece venire a galla il raggiro risale agli ultimi mesi del 2008, e l’associazione a delinquere, secondo gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria di Pescara, tra il 2003 e il 2006 ha frodato quasi 30 milioni di euro. Secondo la Procura ad attuare la truffa sono stati non solo coloro che hanno percepito indebitamente i fondi, ma anche alcuni dirigenti pubblici, attraverso un sistema piuttosto semplice: con alcuni falsi documenti si provava che un dato terreno era stato messo a riposo e quindi si aveva diritto al rimborso.

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