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Frutta e verdura di stagione e cibo fresco, se non freddo, ma l’estate è anche la stagione in cui le infezioni alimentari sono tre volte più comuni. A dirlo il Codacons, che pubblica un vademecum in dieci punti e chiede più controlli a tappeto

Non Solo Vino

Attenzione ai cibi mal conservati, alle date di scadenza e all’igiene complessiva: tutte regole che all’interno delle quattro mura domestiche diamo per scontate, ma che in ancora troppi casi non sono sufficientemente rispettate negli esercizi pubblici. Fatto che, complici le alte temperature dell’estate, rende le infezioni alimentari un pericolo molto più probabile che nelle altre stagioni. L’avvertimento arriva dal Codacons e dal segretario nazionale Francesco Tanasi: l’associazione ha però stilato un decalogo per guidare sia gli esercenti che i consumatori ad evitare i rischi di infezioni alimentari.

Innanzitutto, al ristorante meglio diffidare dei carrelli con cibi freddi, conservati a lungo a temperatura ambiente, specie se con gelatine, creme, maionese, mascarpone, salse e uova. Occhio all’aspetto, poi: è sempre il caso di controllare che non ci sia brina all’esterno delle confezioni surgelate, dato che è indice di un cattivo mantenimento. Inevitabile, poi, buttare i cibi le cui confezioni presentano un rigonfiamento, e prestare attenzione, in particolare, ai prodotti freschi come latte, mascarpone, creme e così via. Suggerimento non scontato, meglio non acquistare bottiglie d’acqua o bibite lasciate sotto i raggi del sole, e ricordarsi che anche le bibite hanno una scadenza, che va sempre controllata. Non acquistare pesce e frutti di mare di dubbia provenienza, e prendere cozze e vongole solo se contenute in confezioni sigillate, oltre che avvolte da una retina di plastica e con un’etichetta che indichi peso e scadenza. Sempre in tema di pescato, sempre meglio ricordarsi che i frutti di mare possono essere conservati al massimo per quattro giorni in frigorifero, e analizzare anche il colore, l’odore e l’aspetto generale è cosa buona. Nei bar e nei negozi non acquistare prodotti se il congelatore è stracolmo di prodotti, dato che per assicurare una corretta conservazione i prodotti non devono mai superare un certo carico. Meglio, poi, i freezer con gli sportelli chiusi (solitamente verticali). A differenza dei cibi congelati, inoltre, quelli surgelati hanno dei cristalli di ghiaccio più piccoli, microscopici: e, quindi, se si nota che l’alimento ha dei cristalli di ghiaccio più grandi o della brina, questo può essere un sintomo dell’interruzione della catena del freddo. Insomma, se il gelato perde la sua compattezza e cremosità e diventa come la brina va buttato. Non consentire al negoziante di toccare il prosciutto con le mani. Stesso discorso se si chiede un panino al bar o viene servita una bibita prendendo il bicchiere dall’alto, e se poi il negoziante serve i clienti, ma sta anche alla cassa, secondo il Codacons vanno subito chiamati i vigili. E ancora, non acquistare nessun prodotto deteriorabile da carrettini ambulanti privi di celle frigorifere adeguate alla conservazione degli alimenti, e infine - repetita iuvant - controllare sempre la data di scadenza di tutti gli alimenti.

Insieme al decalogo, il Codacons ha inoltre sollecitato le Forze dell’ordine a intensificare i propri controlli a tappeto - specialmente nelle località turistiche, in bar, ristoranti, chioschi, supermercati e così via - ricordando infine che chi mette in vendita cibi contaminati commette un reato penale.

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