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VINO E CRITICA

Gambero Rosso, Bertani (Angelini Wines & Estates) è la “Cantina dell’Anno 2023”

Tra i “premi speciali” della Guida “Vini d’Italia” 2023 anche Dievole (miglior rosso), Caprai (viticoltura sotenibile) e Frescobaldi (con Gorgona)
BERTANI, CAPRAI, DIEVOLE, FRESCOBALDI, GAMBERO ROSSO, GUIDE, PREMI SPECIALI, vino, Italia
Ettore Nicoletto (Bertani), Marco Caprai, Lamberto Frescobaldi e Stefano Capurso (Dievole)

In tempo di guide, come ormai da tradizione, escono alla spicciolata i “Tre Bicchieri” della Guida “Vini d’Italia” 2023 del “Gambero Rosso”, considerata la più importante ed influente sul mercato. E con essa, i “Premi speciali”. Alcuni già ufficiali, come il più significativo, quello per la “Cantina dell’Anno”, che è Bertani, un pezzo di storia del vino del Veneto e dell’Amarone, e gioiello del gruppo Angelini Wine & Estates della famiglia Angelini, guidato dall’ad Ettore Nicoletto. O come quello per la “Viticoltura Sostenibile”, andato ad un produttore davvero pioniere in questo senso, come Marco Caprai, che non solo con la sua cantina, la Arnaldo Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il territorio, ma che ha iniziato ad investire in ricerca e in sostenibilità quando ancora non se ne parlava quasi, o ai più sembrava quasi un vezzo. Altri premi, ancora da annunciare, invece, sono per esempio quelli per il vino “Rosso dell’Anno”, che come WineNews è in grado di anticipare va al Chianti Classico Petrignano 2019 di Dievole, la storica cantina oggi del gruppo Dievole dell’imprenditore e petroliere argentino Alejandro Bulgheroni, e guidato dall’ad Stefano Capurso. O come il premio “Solidarity Awards” che va al “Vino di Gorgona”, progetto della storica Frescobaldi, realtà tra le più storiche ed importanti del vino italiano, guidata da Lamberto Frescobaldi, che sull’isola-carcere dell’arcipelago toscano, da anni, produce un vino grazie ad un progetto di recupero e reinserimento nel mondo del lavoro insieme ai detenuti del Carcere di Gorgona.
Premi che si affiancano ad altri, già comunicati nei giorni scorsi, come quello per il “Miglior Vino Bianco”, andato al Castello di Jesi Verdicchio Classico San Paolo Riserva 2019 di Pievalta, a conferma dalla crescente qualità del vino bianco alfiere delle Marche, o come quello per le “Bollicine dell’Anno”, andato in un territorio di primo piano come la Franciacorta, grazie al Pas Dosé Parosé 2016 de “Il Mosnel”, così come è lombardo il “Rosè dell’Anno”, il Valtènesi Chiaretto Lettera C 2020 della cantina Pasini San Giovanni, mentre viene dall’Umbria il vino “Dolce dell’Anno”, che è l’Orvieto Pourriture Noble 2020 di Decugnano dei Barbi. Mentre la “Cooperativa dell’Anno” è la pugliese Due Palme, e il vino con il “miglior rapporto Qualità-Prezzo” è l’Abruzzo Pecorino 2021 prodotto da Terraviva. La “Viticoltrice dell’Anno”, invece, ancora da annunciare, dovrebbe essere Giovanna Maccario, produttrice di Rossese di Dolceacqua, in Liguria, così come la “Cantina emergente”, che dovrebbe essere la cantina Lodali, nelle Langhe, in Piemonte.
Premi che saranno consegnati il 15 ottobre, a Roma, nella presentazione ufficiale della guida al Palazzo della Civiltà, per un’edizione della guida che ha recensito 25.421 vini di 2.626 produttori, con 2.093 etichette arrivate alle finali, e 455 premiati con i “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento per la qualità (sui 476 dell’edizione 2022).

Focus - Il ritratto di Bertani: “Cantina dell’Anno” per la “Guida Vini d’Italia” 2023
Nell’anno in cui celebra la sua biblioteca del tempo, con l’uscita di “The Library”, la monografia che racconta 43 delle 48 annate custodite nelle cantine di Grezzana, la Bertani riceve dal “Gambero Rosso” - gruppo editoriale che edita la Guida Vini d’Italia - l’ambito riconoscimento di “Cantina dell’Anno”. Il Valpolicella Classico Superiore Ognisanti 2020, insieme al Valpolicella Classico Le Miniere, ha tracciato una nuova strada per il territorio, che, per la prima volta nella storia della denominazione, viene messo al centro, prima di tecnica produttiva o stile aziendale. Quello di “Cantina dell’Anno” è un premio particolarmente significativo perché non è mai un premio alla performance, piuttosto un premio ad un percorso, che si snoda negli anni e che consente a una realtà produttiva di diventare emblema, paradigma stilistico, esempio di coerenza e determinazione. Mantenendo salde le proprie radici in una storia di classicità e tradizione Bertani ha sempre guardato con attenzione all’evolvere delle conoscenze - in ambito agronomico ed enologico - ai trend, a quanto accadeva intorno a sé, filtrando con consapevolezza quanto di buono trovava, riuscendo a essere così ferma nelle proprie convinzioni ma mai immobile.
“Questo riconoscimento - dice Ettore Nicoletto, ceo e presidente di Angelini Wines & Estates - è motivo di grande soddisfazione per tutto il team di Bertani ed è una meravigliosa gratificazione alla fine di una prima fase trasformativa e di elevazione del brand, avvenuta con il supporto di un formidabile gruppo di lavoro multidisciplinare. Una squadra che ha saputo interpretare e mettere a frutto i valori di un marchio che vanta una straordinaria storia secolare. Un brand, Bertani, che crediamo abbia davanti un futuro ancora tutto da scoprire e da raccontare. Siamo anche molto grati al nostro azionista Angelini Industries - continua - per avere creduto al progetto e alla squadra, continuando a sostenerci sul piano organizzativo, strategico e finanziario anche nelle fasi più difficili di questo percorso”.
Bertani conta oggi su 200 ettari di vigneti tra Valpantena e Valpolicella Classica, mentre la sede è nell’originaria cantina di Grezzana. Fa parte di un gruppo vinicolo di grande valore come quello di Angelini Wines & Estates che comprende anche le aziende toscane Val di Suga, Tenuta Trerose, San Leonino, la friulana Cantina Puiatti e Tenute San Sisto e Fazi Battaglia nelle Marche. Angelini Wines & Estates oggi conta su un totale di 1.700 ettari di proprietà, dei quali 460 vitati, con una produzione complessiva di 4 milioni di bottiglie annue.

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