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GAS SERRA, TUBERI E VINO PROTAGONISTI PER L’AVVIO DELLA MOSTRA NELLE CRETE SENESI. CLIMA E TARTUFI, RACCOLTO A RISCHIO DIMEZZAMENTO. METÀ TARTUFAIE A FINE SECOLO. MA CRESCONO LE INIZIATIVE DI TUTELA

Le aree toscane a vocazione tartufigena si ridurranno alla metà entro fine secolo, se non interverranno sostanziali interventi di contrasto al cambiamento climatico. E’ una delle pesanti avvisaglie lanciate a San Giovanni d’Asso, capitale del tartufo bianco delle Crete Senesi, dove è cominciata nel mercatino la caccia al prezioso tubero.

Mettendo in relazione dati Ipcc, che stimano per l’inizio del prossimo secolo un incremento medio di 3° C nella temperatura ed un calo del 14 % della piovosità in Toscana, è prevedibile per lo stesso periodo un decremento del 49% delle aree tartufigene in regione. A notarlo è stato Simone Orlandini, direttore del Centro di Bioclimatologia dell’Università di Firenze, uno scenario che si presenta critico anche per la produzione vinicola, soprattutto di Sangiovese.

Sulle possibili misure di contrasto si sono interrogati i diversi relatori: “cura della vegetazione ripariale, pulitura dei fossi e dei corsi d’acqua” sono le misure segnalate da Gianfranco Nocentini, responsabile promozione dell’Innovazione di Arsia; ma anche interventi di lungo periodo per il contenimento delle emissioni in atmosfera.

Enzo Tiezzi, scienziato senese reduce da un recente incontro con il Nobel Al Gore, ha invitato tutti ad accelerare nella promozione delle energie sostenibili (“il petrolio a 100 dollari è, paradossalmente, una grande opportunità in questo senso”) ed ha sottolineato anche l’utilità di interventi “di sistema”.

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