L’emergenza Covid19 ha colpito l’intera filiera vitivinicola italiana, che paga a caro prezzo la chiusura di bar e ristoranti ed il calo dell’export, con gli italiani che in queste settimane hanno acquistato vino negli unici canali di vendita aperti: la Gdo, i negozi di alimentari e gli shop on line. Così, nei primi 3 mesi e mezzo dell’anno, le vendite di vino nella Gdo (iper, super, libero servizio, piccolo, discount) hanno registrato una crescita a volume del +7,9% (+ 6,9% a valore) sullo stesso periodo del 2019, come emerge dai dati elaborati dall’Istituto di Ricerca Iri per Vinitaly (riprogrammato dal 18 al 21 aprile 2021). Nel dettaglio, i vini Doc e Docg sono cresciuti del +6,8% (+7,6% a valore), i vini Igp e Igt del +10,5% (+7,7% a valore), i vini comuni del +7,2% (+4,1% a valore) e le bollicine del +1,2% (+1,6% a valore). Un’analisi complessa, perché i primi due mesi non sono stati toccati dall’emergenza Covid19, al contrario di marzo e aprile, con la variante delle settimane pasquali, tra il 6 e il 19 aprile, di norma caratterizzate dai consumi da ricorrenza.
A marzo le vendite dei vini Doc e Docg sono aumentate del +9,9%, quelle dei vini Igt del +4%, mentre le bollicine sono scese del -5,4%, con l’eccezione del Prosecco, cresciuto del +8,3%. In ripresa il vino in brik, che a marzo è cresciuto del +8,8%, con il bag in box che è cresciuto del +36,8%. Nelle due settimane pasquali le vendite di vino sono aumentate del +10,2%, mentre si è verificata una sensibile flessione delle bollicine: -38%. Prosegue intanto la crescita del vino biologico che nel primo trimestre 2020 ha venduto 1,56 milioni di litri, con un aumento del +19%.
“La crescita degli acquisti di vino nella Gdo - ha osservato Giovanni Mantovani, dg Veronafiere - in regime di lockdown è significativa, in particolare a volume, ma non basta a colmare il gap di domanda che si è creato con la chiusura del canale Horeca, specie per la fascia alta delle etichette. I dati dimostrano, inoltre, una oggettiva propensione al risparmio, specie nel mese di aprile, da parte dei consumatori in questo momento particolare in cui anche Vinitaly è al fianco del settore per favorire il rilancio attraverso il business in tutte le sue declinazioni”.
“Nella Gdo - ha commentato Virgilio Romano, Business Insight Director di Iri - si è comprato più vino perché il consumo a casa ha sostituito, in parte, quello fuori casa, ma è diminuita la spensieratezza e quindi la volontà di stappare uno spumante. Da inizio anno la crescita maggiore la fanno registrare il vino Igp ed il vino da tavola. La crescita dei vini Doc e Docg, pur sostenuta, è frenata probabilmente dalla minore scelta assortimentale presente nei negozi più piccoli e dal minor tempo dedicato all’acquisto, conseguenza delle indicazioni fornite dai punti vendita di ridurre i tempi della spesa”.
Focus - Le vendite nella Gdo nei primi mesi 2019
Per capire la peculiarità dei dati sulle vendite di vino nella Gdo nei primi mesi del 2020, può essere utile confrontarli con quelli dell’anno 2019. Nell’anno passato sono stati venduti quasi 670 milioni di litri nella Gdo (super, iper, libero servizio e discount) per un valore di poco superiore ai 2 miliardi di euro. Con un aumento in volume dell’1,2% e in valore dell’1,8%. Le bottiglie di vini a denominazione d’origine (Doc, Docg e Igt) hanno venduto 303 milioni di litri con una crescita del 2,8% sull’anno precedente. Il prezzo medio (al litro) è di 4,66 euro, con un aumento dell’1,3%. Dunque il 2019 può essere archiviato come un anno di crescita moderata, in cui prosegue la ridefinizione verso l’alto del valore del prodotto vino. Le tipologie più vendute sono il rosso fermo (in calo dello 0,5%), il bianco fermo (che cresce del +1,8%) e le bollicine (aumentate del +9,5%). La classifica dei vini più venduti vede nell’ordine: Lambrusco, Montepulciano d’Abruzzo, Chianti (che cresce del +6,9%), Sangiovese, Barbera. Analizzando i vini con maggior tasso di crescita, invece, la classifica vede ai primi posti: Lugana (+30%), Ribolla, Pinot Grigio, Valpolicella, Aglianico.
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