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GDO & PMI: I CASI ECCELLENTI DI SVILUPPO DEL BUSINESS. IL SALTO DIMENSIONALE DELLE PMI NEL FOOD. FEDERALIMENTARE: L’80% DELLE 32.300 AZIENDE DEL FOOD & BEVERAGE, CENSITE IN ITALIA, CONTA MENO DI 9 ADDETTI

In Italia come all’estero, il canale della distribuzione moderna si è ormai affermato come la strada maestra per la crescita delle dimensioni, per l’evoluzione organizzativa e per l’internazionalizzazione di molte piccole medie imprese agroalimentari. Su questo tema si è imperniato il convegno “Gdo e pmi: la partnership possibile. Casi eccellenti di sviluppo del business”, ieri 8 maggio a Cibus, organizzato dal magazine mensile Food (45.000 lettori dell’industria e distribuzione in tutta Italia).

Secondo le stime di Federalimentare, l’80% delle 32.300 aziende del food & beverage censite in Italia conta meno di 9 addetti: sono cioè microimprese. E un altro 19,8% è costituito da aziende tra i 10 e i 250 dipendenti.

Dalla relazione introduttiva sulla struttura del sistema agroalimentare italiano condotta da Antonella Altavilla, senior manager e Andrea Imbert, partner associato della divisione Consumer & industrial markets di Kpmg Advisor, è emerso che il segmento delle aziende tra i 50 e i 100 milioni di fatturato annuo mostra una minore crescita, imputabile anche al fatto che queste aziende sono le più impegnate nella delicata fase del passaggio da una conduzione più familiare ad una più manageriale.

Per aumentare la propria efficienza ed efficacia nel mercato italiano e risparmiare in termini di costi, uno degli impegni organizzativi più gravosi per le pmi agroalimentari è quello richiesto dall’impostazione del servizio logistico di consegna e movimentazione ai clienti della distribuzione moderna. Un nuovo sistema di organizzazione delle consegne - denominato Syncro - studiato soprattutto per le pmi è stato presentato da Giorgio Maggiali, amministratore delegato di Number One Logistics, società di logistica del gruppo Barilla che gestisce ormai circa il 20% delle merci grocery (tra cui anche Star, Riso Gallo, Lavazza, Gancia …) consegnate alla gdo italiana, e Giuseppe Cuffaro, direttore logistica di Coop Italia, che ha presentato un progetto di revisione del sistema di riordino e movimentazione merci messo a punto con tre piccole aziende alimentari, con una riduzione del 63% dell’utilizzo degli autotreni, un aumento del 164% dei pallet consegnati e un notevole guadagno anche in termini di impatto ambientale.

Sulle opportunità di collaborazione tra industria e distribuzione moderna e sull’espansione internazionale attraverso le catene estere e i progetti delle insegne distributive italiane, si è acceso il dibattito tra Mario Preve, presidente di Riso Gallo, che ha illustrato le attuali difficoltà che la produzione di riso incontra in Italia e nel mondo e i conseguenti aumenti a monte, Alessandro Rosi, amministratore delegato di Parmacotto, che ha sottolineato la necessità e la complessità del salto dimensionale che le aziende agroalimentari devono fare per entrare in una logica d’impresa più manageriale, Gianluigi Ferrari, direttore generale di Coopernic, la centrale europea costituita nel 2006 da Conad, Leclerc, Rewe, Coop Suisse e Colruyt e Marco Bordoli, direttore commerciale di Crai Secom. Crai dal ’94 a oggi è andata sviluppando una propria rete di vendita all’estero, raggiungendo 100 punti vendita a Malta e 135 negozi in Svizzera. E ha avviato attraverso la società Agro Trading un progetto di apertura di quattro punti vendita in Cina - il primo dei quali a Pechino la prossima estate, in occasione delle Olimpiadi - in collaborazione con alcune aziende dell’Italian food & wine, grandi e piccole.

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