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L’INTERVENTO

Gianni Gagliardo: “cambieranno molte cose, ma i vignaioli sono abituati a lottare”

A WineNews il punto di vista del presidente dell’Accademia del Barolo, che pubblichiamo integralmente: “Stato distante, da noi e dai ristoratori”
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Gianni Gagliardo, produttore di Barolo e presidente dell’Accademia del Barolo

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, le considerazioni ed il punto di vista sul difficile momento che stanno attraversando la società e l’economia italiana, di Gianni Gagliardo, produttore di Barolo e presidente dell’Accademia del Barolo.
“Viviamo la sensazione di avere finalmente scollinato l’apice di questo periodo di Coronavirus e di avere iniziato una fragile discesa verso una normalità incerta, poco prevedibile, con la sola certezza che il mondo del vino è tra i settori più colpiti. Sicuramente per noi cambieranno molte cose, alcune delle quali le abbiamo imparate proprio nel periodo della pandemia. Degustazioni a distanza, riunioni via web , meno viaggi e forse un nuovo modo da parte del consumatore di comperare il vino, che sdogana definitivamente l’online e la Gdo a 360 gradi.
Come produttore di Barolo sono confortato da esperienze passate quando nei momenti più difficili il consumatore ha cercato sicurezza per i suoi acquisti e sempre nel Barolo l’ha riscontrata. Anche questa volta sarà così: un’immagine forte di un grande vino che non ha mai tradito, che non è mai stato modaiolo, ma al contrario un grande classico al quale potersi affidare non solo per apprezzarne qualche sorso, ma oggi anche per investire qualche risparmio perché sempre di più il Barolo e i suoi vigneti rappresentano un bene rifugio sicuro.
Certamente, i produttori usciranno provati da questo storico trimestre, basta pensare che ci troviamo oggi a sostenere i costi di una prossima vendemmia mentre le cantine custodiscono ancora il frutto della vendemmia 2019, e che la clientela è costituita in maggioranza dalla ristorazione, una categoria fragile perché composta prevalentemente da imprese familiari e ad oggi ancora chiusi. Non sappiamo quanti di loro riapriranno quanti reggeranno la difficile fase di riavvio dell’attività. Ristoratori e produttori di vino invocano aiuti a fondo perduto allo Stato, come hanno avuto i colleghi negli altri Paesi del mondo, ma sanno che gli aiuti non arriveranno, e anche questa volta si dovranno arrangiare.
Il mondo del vino, un po’ come il mondo del turismo agricolo e della ristorazione, è fatto da gente che ha scelto questo mestiere più che per fare impresa per una grande passione personale con risultati eccezionali per l’economia nazionale. Questo fa la differenza, perché ha creato l’abitudine a lottale per proteggersi di continuo, dal clima, dallo Stato, dalla concorrenza, dalle insolvenze, dalle crisi dei vari mercati. In momenti così speciali, quindi, hanno dalla loro parte la grande forza e l’abitudine a lottare e a dare tutto, veramente tutto per garantire alle loro aziende prosperità perché esse non sono solo un’azienda, sono la loro vita”.

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