GIAPPONE DIVORATORE MONDIALE DI TONNO … COLPA DEL SUSHI

Se sulle tavole europee il sushi assume un ruolo esotico-chic, su quelle giapponesi è ormai essenzialmente “fast food”. Così cresce il consumo di questo semplice piatto di pesce crudo e, con esso, l’assalto ai mari. E anche il Mediterraneo è preso di mira, grazie soprattutto al pregiato tonno rosso, ormai una delle prede più ambite dai nipponici, già “sorvegliati speciali” per la pesca indiscriminata di specie protette, come quella delle balene la cui carne è considerata una prelibatezza dalla cucina locale. Oltre il 90% del tonno del Mediterraneo, dunque, finisce in Giappone, sulle tavole dei ristoranti specializzati nella preparazione del famoso piatto di pesce crudo. Un business ragguardevole, tanto che sul mercato interno dell’arcipelago un esemplare di alta qualità può costare anche 7 milioni di yen (quasi 50.000 euro).

Nel 2005, secondo i dati forniti nei mesi scorsi dalle associazioni ambientaliste, i giapponesi avrebbero pescato tra le 40 e 50 mila tonnellate di pesce, ben oltre la quota di 32 mila tonnellate annue fissata dalle autorità marittime. Ma esiste anche il rischio che la pesca selvaggia possa seguitare a espandersi a causa della crescente domanda di sushi.

Il piatto più tipico della cucina nipponica viene preparato utilizzando il filetto di pesce freschissimo adagiato su riso intinto nell’aceto. Oggi viene consumato in enormi quantità dalla popolazione, considerato come “fast food”. D’altra parte la nascita del sushi, avvenuta nel medioevo, era proprio dovuta a esigenze di rapidità e comodità di alimentazione: nell' antica Edo (l’odierna Tokyo) il sushi veniva mangiato dai lavoratori in fretta e senza le proverbiali bacchette per non perdere tempo.