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GIRO DI FALSO BIOLOGICO PARI A 700.000 TONNELATE DI PRODOTTI, IL 10% DELLA PRODUZIONE ITALIANI: MAXITRUFFA DA 200 MILIONI DI EURO SMASCHERATA DALLA GUARDIA DI FINANZA DI VERONA. MA NON CI SAREBBERO RISCHI PER LA SALUTE DEI CONSUMATORI

Oltre 200 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti, più di 2.500 tonnellate di merce (per lo più frumento, favino, soia, farine e frutta fresca) sequestrata in quanto falsamente biologica, oltre 700.000 tonnellate di falsi prodotti alimentari bio commercializzate. È il volume, che gli stessi investigatori definiscono “impressionante”, delle transazioni ricostruite dalla Guardia di Finanza di Verona che ha stroncato una gigantesca frode nel settore della commercializzazione di prodotti provenienti da agricoltura biologica.

Le Fiamme Gialle stanno eseguendo in queste ore a Verona, Ferrara, Pesaro Urbino e Foggia 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona, a carico di altrettante persone accusate di aver immesso sul mercato prodotti alimentari falsamente biologici “per un valore superiore al 10% dell’intero mercato nazionale di settore”.

I consumatori, però, possono stare tranquilli almeno dal punto di vista della salute. non ci sarebbero problemi di possibili danni alimentari: “Allo stato attuale - rassicura il Colonnello della Guardia di Finanza, Bruno Biagi - non ci sono elementi per dire che questi prodotti sono dannosi per la salute. Non ci risulta esserci pericolo, sulla base dei dati che abbiamo a disposizione, per chi ha consumato questi prodotti”. Nelle indagini sono state materialmente sequestrate 2.500 tonnellate di prodotti, mentre il resto dello smercio è stato ricostruito solo sulla carta, sulla base delle diverse documentazioni che accompagnano il “viaggio” dei prodotti alimentari indicati come biologici dalla coltivazione alla distribuzione per il mercato.

Le accuse sono frode in commercio, associazione per delinquere, falso materiale ed emissione di fatture inesistenti. La frode accertata sarebbe andata avanti almeno del 2007. I 7 arrestati, titolari di aziende e in un caso dipendenti di un ente di certificazione alimentare, sono tre veronesi, due marchigiani, un pugliese e un emiliano. In questo periodo, secondo le verifiche sulla tracciabilità dei prodotti immessi sul mercato, sarebbero stati distribuiti con etichetta “biologico” prodotti provenienti da Paesi terzi, come la Romania, o destinati ad altro tipo di alimentazione o semplicemente frutto di coltivazioni normali. Il tutto per un valore di oltre 220 milioni di euro, pari a 7 milioni di quintali di prodotti immessi sul mercato.

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