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“GIÙ LE MANI DAL NOBILE ROSÉ”: COSI’ L’OLTREPÒ PAVESE SI RIBELLA ALLA DISCUSSIONE IN UNIONE EUROPEA SUL ROSÉ “DA LABORATORIO”

I viticoltori oltrepadani, “custodi” del marchio collettivo del “Cruasé”, lo speciale Rosé Docg ottenuto esclusivamente da uve Pinot nero vinificate con il Metodo Classico, chiedono tutele. “Impressiona che la direttiva per trasformare il Rosé in un miscuglio indistinto abbia già raccolto un primo benestare - sottolinea il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Alberto Panont - noi ci appelliamo all’Organizzazione per il commercio mondiale, dove gli altri Stati hanno tempo due mesi per bloccare questa follia. Se Bruxelles dovesse ratificare la decisione di stravolgere i criteri produttivi del Rosé si distruggerà una cultura”.

Panont è chiaro: “noi che in Oltrepò stiamo puntando sul far vincere qualità, tradizione e cultura del vino portando sulla passerella del Vinitaly il Cruasé, un esclusivo Rosé da Pinot nero, ci batteremo perché la politica italiana si faccia sentire subito sui tavoli europei, con serietà e fermezza”.

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