Da oltre 20 mesi c’è il crollo delle vendite dei conigli, con possibili ripercussioni sugli allevatori. Lo rende noto l’Associazione Nazionale Liberi Allevatori di Conigli (Anlac).
“Per ogni chilo di carne - sottolinea il presidente Anlac, Saverio De Bonis - venduto l’allevatore italiano perde almeno 30 centesimi. Inoltre, a fonte di un’inflazione del 3,5%, il prezzo dei polli è cresciuto del 6,7%, mentre il prezzo dei conigli è diminuito del 10%. La coniglicoltura è al tracollo e sono a rischio migliaia di posti di lavoro”.
L’associazione ha richiesto, per questo motivo, alle istituzioni “di intervenire con misure urgenti e ha messo l’accento su tre nodi fondamentali per arginare la crisi quali: la realizzazione di una campagna pubblicitaria istituzionale, promossa dal Ministero delle Politiche Agricole per rilanciare i consumi, l’etichettatura obbligatoria della provenienza a tutela di allevatori e consumatori e modificare il meccanismo dei prezzi alla produzione”.
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