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GLI AUMENTI DEI GENERI ALIMENTARI PESANO E … IL 60% DEGLI ITALIANI CAMBIA MENU. LO RACCONTA LA CIA

Gli acquisti, nei primi 7 mesi 2008, sono scesi del 4% ma la spesa alimentare (in media 482 euro mensili) in termini monetari cresce del 2,5%. Nelle regioni meridionali le famiglie che hanno diminuito i consumi superano il 50%. Crescono gli acquisti negli hard-discount. E’ crollo per pane, frutta, ortaggi e carne bovina. Sono questi i risultati di una ricerca sulle abitudini degli italiani a tavola, presentata oggi a Genova dalla Cia alla Festa dell’Agricoltura Italiana.
I rincari cambiano le abitudini alimentari: il 60% ha modificato il menù; il 35% limitato gli acquisti; il 34% ha optato per prodotti di qualità inferiore. Il calo dei consumi é stato pari al 4%, con una punta del 4,3% nel Sud. Per le aree geografiche, al Nord la spesa alimentare mensile è di 458 euro (+1,9% nei confronti del 2007), al Centro è di 496 euro (+2,4%) e al Sud di 492 euro (+2,8%). Nel contesto dei tagli alimentari, il 40,2% delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di frutta e verdura, il 36% quelli di pane e il 39,5% quelli di carne bovina.
Nei primi 7 mesi del 2008, la spesa alimentare ha rappresentato in media il 18,8% di quella totale. In questo periodo è aumentata la percentuale di famiglie che ha acquistato prodotti agroalimentare negli hard-discount. Negli iper e nei supermercati si ha comunque la maggiore concentrazione degli acquisti, con il 68,2%. La percentuale di spesa destinata all’alimentazione varia tra le classi sociali e per condizione di lavoro: gli imprenditori e i liberi professionisti spendono in media il 14,5% della spesa totale, i lavoratori autonomi il 18,2%, i dirigenti e gli impiegati il 16,1%, gli operai il 19,9%, i pensionati il 21%.
Dalla ricerca risulta anche che nelle regioni del Sud alla spesa alimentare è destinato più di un quinto del totale: Campania e Calabria guidano la classifica (25,9%); ultima la Toscana con il 15%. Le previsioni per la spesa alimentare nel 2008 evidenziano, secondo le prime stime della Cia, un calo dei consumi pari al 3,8%, soprattutto per frutta (-3,9%), carne bovina (-3,1%) e pane (-2,4%). Dovrebbero risultare in crescita prodotti come pasta (+1,3%), carne avicola (+5,7%), latte e suoi derivati (+0,8%).

La curiosità - In agricoltura le aziende sono sempre più rosa … Una su tre a capo è donna
L’azienda agricola è sempre più “rosa”: una su tre, infatti, è condotta da un’imprenditrice. Secondo i dati dell’associazione “Donne in campo”, sono oltre 290 mila in tutta Italia le imprese agricole condotte da donne, il 28% del totale, con un trend in crescita. Su un totale di oltre 1 milione 300 mila imprese, la presenza delle donne in agricoltura è inferiore solo al settore del commercio, dove supera il 32,5%, mentre vengono doppiate abbondantemente sia il manifatturiero (10,6%) che i servizi (poco meno del 10%). La maggior parte delle imprese agricole condotte da donne si trova nel Mezzogiorno (44%). Seguono il Nord (32%) e il Centro (24%).
Le aziende agricole “rosa”, secondo “Donne in Campo”, salgono in modo importante specialmente in attività innovative, come ad esempio nell’agriturismo (il 35%).
Crescite significative vengono registrate negli ultimi anni anche nel settore biologico, nelle produzioni “di ìnicchia”Dop e Igp, nell’ortofrutta e nella vitivinicoltura. In pieno sviluppo anche le aziende agrisociali.

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