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GLI ITALIANI ABBANDONANO L’UNIVERSITÀ: DAL 2008 LE IMMATRICOLAZIONI SONO DIMINUITE DEL 12,5%. MA IL MONDO AGRICOLO, COME SPESSO ACCADE, È IN CONTROTENDENZA: +45% PER LE FACOLTÀ DI AGRARIA DICE LA COLDIRETTI. BENE ANCHE GLI ISTITUTI TECNICO-AGRARI

La crisi picchia anche sull’istruzione di più alto livello: dal 2008 ad oggi le immatricolazioni sono diminuite del 12,5%. Ma in un contesto di calo generale, come accade spesso, il mondo dell’agricoltura e quello che ci ruota intorno è in controtendenza. E così le facoltà di Agraria, nello stesso periodo, hanno registrato una crescita di ben il 45%. A dirlo la Coldiretti su dati del Ministero dell’Istruzione e dell’Università. Analisi che segue, peraltro, l’indagine di WineNews tra alcuni degli istituti agrari ed enologici più importanti d’Italia, da Alba a Conegliano, fino a San Michele all’Adige, che da anni registrano una crescita degli studenti iscritti.

“Gli Atenei italiani hanno perso nei cinque anni 40.000 immatricolazioni a causa del fatto che - sottolinea la Coldiretti - le famiglie hanno minori disponibilità economiche per far studiare i figli ma anche perché si sta facendo strada tra i giovani una minore convinzione sul fatto che la laurea possa aprire le porte del mercato del lavoro, senza dimenticare gli effetti dei test di ammissione in corso in tutta Italia. Una convinzione che - precisa la Coldiretti - non ha riguardato però quelle facoltà maggiormente orientate all’economia reale, a cominciare da quella di scienze agrarie, forestali ed alimentari che ha fatto registrare un aumento del 45%. Si tratta della crescita più alta, piazzandosi in cima al podio davanti ad altri due indirizzi scientifici come scienze e tecnologie fisiche (+25%) mentre l’ultimo gradino è occupato da ingegneria industriale (19%). Crollano invece - rileva Coldiretti - architettura ed ingegneria edile (-37%), che risente evidentemente della crisi dell’edilizia; farmacia (-34%), e scienze dei servizi giuridici (anche qui -34%). La flessione - continua Coldiretti - non ha risparmiato neppure le facoltà più tradizionali o negli ultimi anni molto di moda, da beni culturali (-33%) a scienze della comunicazione (-29%), fino a lettere (-21%, scienze politiche (-21%), scienze dell’economia e della gestione aziendale (-18%), giurisprudenza (-17%), scienze dell’educazione e della formazione (-15%) e le professioni infermieristiche ed ostetriche (-8%)”.

Il trend positivo della campagna è confermato anche dagli istituti superiori, come già registrato da WineNews, con un boom del 29% delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13% negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria, secondo una analisi della Coldiretti sui dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 rispetto all’anno precedente. Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Swg secondo il quale il 38% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28%) o fare l’impiegato in banca (26%). La crescita di opportunità nel settore agricolo è dovuta al fatto che negli ultimi anni si sono sviluppati all’interno del settore nuovi mestieri con circa il 70% delle imprese giovani che - continua la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche fino agli agriasilo, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, agrigelati e addirittura agricosmetici. La domanda di lavoratori si registra infatti per figure professionali tradizionali che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi. In Italia sono quasi 59mila le imprese agricole condotte da giovani “under 30” iscritte alla Camere di commercio, dove rappresentano oltre il 7% del totale, secondo la Coldiretti. “La voglia di campagna è una conferma della validità e della modernità del modello di sviluppo agricolo Made in Italy - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - che è fondato sul valorizzazione dell’identità, della qualità, delle specificità e che può rappresentare un riferimento anche per gli altri settori per affrontare e vincere la competizione internazionale. Dentro l’agricoltura non c’è ancora un reddito adeguato ma c’è legittimamente quella visione di futuro e di prospettive e di fiducia che non c’è negli altri settori ed ecco perché - conclude Marini - aumenta chi frequenta le scuole di agricoltura”.

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