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SPRECO ALIMENTARE

Gli italiani, nel 2023, getteranno più di 27 chilogrammi di cibo a persona, il 12% in meno del 2022

Report “Il caso Italia” 2023: vince il pragmatismo, ma crollano i consumi fuori casa. La filiera dello spreco in tutto vale 9,3 miliardi di euro
GIORNATA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE, ITALIA, OSSERVATORIO WASTE WATCHER, SPRECO ALIMENTARE, Non Solo Vino
Lo spreco alimentare in Italia (Credit: simon-peel-unsplash)

Misurati nelle abitudini di acquisto, focalizzati sulla prevenzione degli sprechi, anche come risposta allo scatto inflattivo, attenti alla qualità di quello che si porta in tavola e a non sacrificare la cura della propria salute, disponibili a tagliare i consumi per ridurre le bollette dell’energia elettrica e del gas, o per le spese di abbigliamento. Ela fotografia degli italiani sulla base del report “Il caso Italia” 2023 by Waste Watcher International Observatory on Food & Sustainability, diffuso per la Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare n. 10, di scena il 5 febbraio, per iniziativa della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna, su monitoraggio Ipsos.

Un’indagine che, dopo due anni di Covid, non manca di far sentire il peso e l’onda lunga della pandemia sulle abitudini quotidiane, con una marcata riduzione del consumo extra-domestico e dell’effetto “nidificazione”: per 1 italiano su 3 (33%) diminuiscono drasticamente le colazioni e i pranzi, e per 4 italiani su 10 anche l’abitudine dalla cena al ristorante (42%). Diventano centrali i temi relativi alla sostenibilità alimentare (36%): il 35% del panel ha aumentato il consumo di legumi e derivati vegetali a scapito della carne e delle proteine animali, mentre il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti a chilometro zero. E, nonostante l’aumento dei prezzi al consumo, la spesa alimentare è quella che diminuisce meno (18%), dietro solo alle spese mediche (11%) e di cura alla persona (17%). “Risparmio”, dunque, non è più la parola chiave nei comportamenti degli italiani: solo il 7% dichiara di metterla al primo posto nei comportamenti di acquisto, prevale piuttosto la “pragmatismo”, per 6 italiani su 10, e “qualità” per il restante 32%.

I nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher, riferiti a gennaio 2023, sono stati illustrati a Roma dal direttore scientifico Waste Watcher, Andrea Segrè, con il direttore scientifico Ipsos Enzo Risso e il coordinatore del rapporto Luca Falasconi. Gettiamo in media 524,1 grammi pro capite a settimana, ovvero 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 chilogrammi annui: il 12% in meno rispetto al 2022 (595,3 grammi settimanali). Un dato che si accentua a Sud (+8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+38% rispetto alla media italiana). “Vale complessivamente 6,48 miliardi di euro lo spreco del cibo solo nelle nostre case”, rileva il fondatore Spreco Zero, Andrea Segrè “L’obiettivo Onu, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano: la sfida si può vincere. Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una prassi consolidata, ma la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale. Per questo le food policies, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città, stanno diventando riferimento centrale di buon governo”.

C’è un dato ulteriore da aggiungere, ed è quello relativo allo spreco di filiera, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo. “Nel 2022 - aggiunge Luca Falasconi, coordinatore del Rapporto “Il caso Italia” 2023 - sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo, per un valore complessivo nella filiera italiana dello spreco di 9,3 miliardi di euro. Lo spreco del cibo di filiera pesa al 26% in agricoltura, al 28% nell’industria e all’8% nella distribuzione”.

Nella hit degli alimenti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (24 grammi settimanali), quotidianamente quindi gettiamo 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane: in un anno poco più e poco meno di 1 kg pro capite. Al top anche insalata, verdure, aglio e cipolle. D’altra parte, rispetto a due anni fa, a parità di budget destinato alla spesa alimentare, quasi 1 italiano su 3 presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e 4 italiani su 10 quando fanno la spesa ragionano sulla base di promozioni e offerte, ma anche sulla base della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%). Ci si lascia fidelizzare più dal marchio del distributore (il 23% sceglie prodotti marchiati dalla distribuzione in cui fanno la spesa) che dalle grandi marche, in calo del 10% nell’interesse dei consumatori. Stabile la soglia di acquisto online, piccolo aumento per il biologico (+ 14%), così come per gli acquisti nei negozi rionali (+14%).

Su cosa si risparmia, dunque? Un italiano su 2 (47%) ha ridotto le spese per lo svago, e cerca di tagliare sui costi della bolletta di energia elettrica (46%) e gas (39%), ma anche sull’abbigliamento (42%). Il 18% dichiara di tagliare sulla spesa, l’extrema ratio riguarda i tagli alle cure personali (17%) e alla salute (11%). Ma 9 italiani su 10 mettono al top della loro attenzione, nell’acquisto del cibo, il fattore salute (89%) l’aspetto legato a una produzione km 0 (85%) e all’impatto ambientale della produzione (78%).


Focus - Lo “Sprecometro”

Si chiama “Sprecometro”, ed è la app istituzionale sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International pensata per misurare e prevenire lo spreco di cibo, da soli o in gruppo. Aggiornando puntualmente il proprio comportamento, grazie al diario dello spreco contenuto nell’app, il consumatore può valutare i progressi avvenuti nel corso del tempo, fissando degli obiettivi di riduzione in linea con l’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, in particolare il 12.3: “dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030”.
La app, inoltre attribuisce dei punteggi per ogni variazione in diminuzione dello spreco individuale nel tempo e per ogni contenuto visionato: video, lettura delle schede, risposte corrette dei quiz, consentendo di confrontarsi con altri utenti. Consente inoltre di attivare dei gruppi di riferimento: amici, famiglia, classe scolastica/universitaria, dipendenti aziendali, pubblica amministrazione. In questo modo si potranno calcolare i dati aggregati di impatto economico e ambientale per valutare i progressi dei singoli, dei gruppi di amici e del totale degli utenti. Collegandosi al canale Instagram Sprecometro, poi, tutti possono condividere risultati e progressi della comunità che partecipa alla sfida globale.
Lo Sprecometro è in grado, inoltre, di stimare l’impatto economico (in euro) e ambientale (in CO2 e H2O) dello spreco del cibo nelle case, nelle comunità aziendali e scolastiche: la app misura infatti in grammi lo spreco alimentare, valutando la perdita economica (euro), l’impronta carbonica (C02 e km percorsi da un auto) e l’impronta idrica (H20 e bottiglie di acqua da 0,5 litri).

 

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