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GLI ITALIANI RIDUCONO LA SPESA ALIMENTARE, MA NON SUI PRODOTTI D’ALTA QUALITÀ E LEGATI AL TERRITORIO. MENTRE CALANO TUTTI I CONSUMI ALIMENTARI, RESISTONO I PRODOTTI DOC E IGP. A DIRLO L’ULTIMO REPORT ISMEA SULLA PRODUZIONE AGROALIMENTARE ITALIANA

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Gli italiani riducono la spesa alimentare, ma non sui prodotti d’alta qualità e legati al territorio. Mentre calano tutti i consumi alimentari, resistono i prodotti Doc e Igp. A dirlo l’ultimo report Ismea sulla produzione agroalimentare italiana che fotografa quali sono i prodotti che, nonostante la crisi, non mollano. Sono quelli più legati alla qualità, al territorio e all’attenzione per l’ambiente. Sono i prodotti Doc (Denominazione di origine controllata), Igp (Indicazione geografica protetta) e biologici.
Nel 2013 la spesa per i prodotti Denominazione d’Origine ha occupato il 7,8% delle spese alimentari delle famiglie italiane. Un dato stabile rispetto all’anno precedente, ma comunque positivo in un contesto in cui la spesa alimentare è in costante declino. Nello specifico, i settori della DO che hanno aumentato di più la produzione sono: carne fresca (+23%), ortofrutticoli e cereali (+7,2%) e formaggi (+5,5%). In totale, il mercato dei prodotti Doc e Igp, vale 12 miliardi di euro, 9 nel consumo nazionale e il restante invece dedicato all’export. Cresce dunque la produzione e cresce la domanda. L’unica cosa che, ancora, non cresce sono i consumi.
Le elaborazioni Ismea raccontano che in un periodo di trasformazioni degli stili di consumo e di attenzione alle spese, gli italiani non vogliono rinunciare ai prodotti di qualità e a forte connotazione territoriale. Il successo straordinario del biologico. E se il segnale positivo dei prodotti a denominazione d’origine controllata è la “semplice” tenuta in un mercato in crisi, il risultato dei prodotti biologici è ancora più straordinario. Sempre secondo le elaborazioni Ismea su dati Gfk Eurisko, i consumi di biologico nei primi 10 mesi del 2013 sono cresciuti del 7,5%. Le categorie che sono cresciute di più sono: biscotti, dolciumi e snack bio (+28%) e uova (+17%).
La crescita è presente, ma più contenuta, nel settore ortofrutticolo, della pasta, riso e sostituti del pane (+9%), dei lattiero caseari (+4%) e della carne fresca e trasformata (+5%). In Italia il solo mercato del biologico vale 3 miliardi di euro, il quarto più grande d’Europa e il sesto nel mondo. Dal 2000 è stata una continua e costante crescita, oltre il 30% da inizio decennio. All’interno, quattro categorie (ortofrutta, lattiero-caseari, uova, pasta, riso e sostituti del pane) si prendono più del 70% dei consumi delle famiglie dedicati ai prodotti biologici.

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