Golia che teme Davide, o l’elefante che ha paura del topolino: si potrebbe raccontare così la vicende che vede l’un contro l’altro armati uno dei colossi dello champagne, nonché marchio tra i più affermati al mondo, Veuve Cliquot, e Ciro Picariello, piccolo produttore in terra d’Irpinia, in Campania. Motivo del contendere il colore dell’etichetta delle circa 3.500 bottiglie prodotte ogni anno, da parte di Picariello di “Brut Contadino”, arancione. Di un arancione troppo simile, secondo i francesi, a quello dell’etichetta del Brut Yellow, forse il prodotto più conosciuto e diffuso, in tutto il mondo, dalla celeberrima maison francese, che ha schierato in campo gli avvocati dello studio Jacobacci & Associati, contro Francesco P. Bonito e Pieremilio Sammarco che, invece, difenderanno le ragioni di Ciro Picariello. Secondo Veuve Clicquot, il “vestito buono” del Brut del Contadino, troppo simile a quello del suo champagne, avrebbe danneggiato economicamente la maison ...
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