Lo amano sempre di più, e lo consumano a ettolitri, convinti dalle sue proprietà benefiche e nel tentativo di portare nella non proprio salutare dieta nazionale un pezzo della celebrata dieta mediterranea: è l'olio d'oliva - quasi tutto italiano - che ormai la fa da padrone nel gusto e sulle tavole britanniche, con una crescita delle vendite pari al 40% in cinque anni. Per la prima volta, nel 2005, il valore speso per l'olio d'oliva, vergine ed extravergine, ha battuto quello di tutti gli altri oli alimentari in commercio (che però restano più venduti in quantità), scrive oggi il "Times", e il giro d'affari che riguarda il nobile prodotto passerà dagli attuali 105 milioni di sterline annuali a 230, ben oltre il doppio, nei cinque anni a venire, secondo le previsioni.
Trenta per cento di tutti coloro che comprano olio oggi in Gran Bretagna, comprano olio d'oliva in larga parte prodotto in Italia, anche quando viene venduto con il marchio delle grandi catene di distribuzione. Merito, osserva il quotidiano londinese, di celebri chef come Jamie Oliver e Gordon Ramsey, che non fanno più a meno dell'olio d'oliva nei programmi tv e nei loro libri, ma anche di un cambiamento più profondo nelle abitudini alimentari del Regno, con la ricerca di prodotti che servano a mantenere la forma fisica. Nella terra un tempo dominio incontrastato del burro, sempre più ristoranti portano in tavola, in attesa dei piatti ordinati, pane e una ciotola con olio d'oliva: è stata questa la richiesta del principe Carlo a un banchetto ufficiale, ad esempio, con esplicita richiesta di lasciare il burro nelle cucine.
Secondo la società Mintel, la società di analisi di mercato che ha registrato il boom dell'olio d'oliva, le proprietà di quest'ultimo contro cancro e malattie cardiovascolari, indicate da moltissimi studi, influenzano molto gli acquirenti britannici. Alcuni ricordano i benefici contro il tumore della pelle, che fa sì che nel Mediterraneo questo sia molto meno diffuso che alle latitudini della Gran Bretagna.
La maggior parte dei fan del prodotto dell'oliva vivono a Londra e nel sudest del Paese, mentre il minimo si registra in Scozia, la regione d'Europa con il più alto tasso di malattie cardiache e della circolazione. Claire Birks della Mintel nota come "anche se per volume gli oli standard dominano ancora il mercato, il fatto che i britannici spendano di più per l'olio d'oliva, rispetto a quelli tradizionali, mostra la loro disposizione a pagare di più per avere un'alternativa sofisticata ai prodotti di tutti i giorni. L'uso dell'olio d'oliva in piatti rustici ed esotici ha anche fatto molto per elevare il suo status. La sua popolarità ... è dovuta anche alla sua associazione con lo stile di vita mediterraneo e le conseguenze positive per la salute che vengono collegate con questo stile di vita".
Tra le marche italiane più importanti sul mercato GB, dice lo studio Mintel, ci sono Filippo Berio, Carapelli, Bertolli e Frantoio, che però devono vedersela con l'olio d'oliva fatto in Italia ma commercializzato dalle grandi catene come Tesco e Waitrose, spesso venduto a prezzi inferiori.
Fonte: Ansa
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