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QUALIVITA-ISMEA

Grana Padano al top. A seguire Parmigiano Reggiano e Prosecco. Ecco i distretti italiani Dop/Igp con valore più alto

Il comparto nel 2022 ha sfiorato i 9 miliardi di euro di valore all’origine. La maggior parte dei prodotti registrano una crescita

Sono quelle eccellenze che portiamo sulle nostre tavole e che ci rendono orgogliosi nel mondo, sinonimo di tradizione e di cultura enogastronomica. Un tesoro chiamato Dop e Igp, comparto che nel 2022 ha sfiorato i 9 miliardi di euro di valore all’origine (+9% la crescita annua, +33% il trend in dieci anni) per un fatturato al consumo finale che supera i 17 miliardi di euro (+6%), secondo lo studio sulla “Dop Economy” by Qualivita ed Ismea. Eccellenze e ricchezze diffuse in tutta Italia, anche se alcune specialità ancorate ai propri territori valgono molto più di altre, a livello economico.
Nella speciale classifica dei distretti nelle prime due posizioni troviamo i due formaggi Dop a pasta dura più noti e consumati: il Grana Padano (1,73 miliardi, +18,8% sul 2021) al top. A seguire il Parmigiano Reggiano (1,72 miliardi, +7%), e, in terza posizione, entra il vino con il Prosecco Dop che nel 2022 ha sfondato il muro del miliardo (1,145), ovvero la maggiore crescita tra i distretti (29,1%) italiani, confermando lo stato di ottima salute delle bollicine venete a cui va aggiunto anche il Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Dop (239 milioni, +27,8%) per un valore complessivo del “pianeta” Prosecco che si avvicina a 1,4 miliardi. Al quarto posto, si torna in Emilia con il Prosciutto di Parma Dop (932 milioni, +11,2%) che precede Mozzarella di Bufala Campana Dop (502 milioni, +9,4%) e Aceto Balsamico di Modena Igp (381 milioni, -5,2%). Il formaggio ritorna con il Pecorino Romano Dop, protagonista di un forte exploit (+25,1% per 378 milioni di valore) scavalcando il Prosciutto di San Daniele Dop (365 milioni, +9,9%). A chiudere la “top ten” il Gorgonzola Dop (363 milioni, -3,5%) e la Mortadella di Bologna Igp (327 milioni, +4,3%). Segno positivo anche per la Pasta di Gragnano Igp (267 milioni, +9,2%) e la Bresaola della Valtellina (246 milioni, +2,0%) che supera di poco, come valore alla produzione, il Conegliano Valdobbiadene - Prosecco Dop già citato in precedenza. A seguire il Delle Venezie Dop (188 milioni, +2,1%), l’Asiago Dop (141 milioni, +15,6%), Asti Dop (133 milioni, +1,4%), Amarone della Valpolicella (130 milioni, +5,4%) primo dei grandi rossi in classifica, Speck Alto Adige Igp (117 milioni, +0,1%), Valpolicella Ripasso Dop (114 milioni, +15,1%), Chianti Dop (105 milioni, 9,6%), Puglia Igp (102 milioni, -17,5%), Alto Adige Dop (100 milioni, +24,9%), Barolo Dop (97 milioni, +5,4%), Mela Alto Adige Igp (80 milioni, -31,5%), Brunello di Montalcino Dop (75 milioni, +0,6%), Sicilia Dop (71 milioni, dato uguale al 2021), Veneto Igp (68 milioni, +5,5%), Terre Siciliane Igp (66 milioni, +8,7%), Piadina Romagnola Igp (58 milioni, +10,3%).
La produzione di vino imbottigliato Dop e Igp, in particolare, dopo il forte balzo nel 2021, sottolinea Qualivita, si attesta a 26 milioni di ettolitri nel 2022, in calo sull’anno precedente (-4%) anche se i dati in valore indicano, invece, sulla base delle stime più aggiornate, una crescita per l’imbottigliato (+5% a 11 miliardi di euro) e per lo sfuso (+13% a 4 miliardi di euro).

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