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BENE LE VENDITE DI FINE ANNO

Grandi classici italiani e territorialità, con l’eccezione Champagne: i trend delle feste in enoteca

Barolo, Brunello, Amarone e Bolgheri al top tra i rossi, bene le bollicine metodo classico. Il sentiment raccolto da Winenews tra le enoteche d’Italia
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La cantina dell’Antica Bottega del Vino di Verona, tempio del vino italiano

I grandi classici italiani, che non tradiscono mai tanto che si scelgano per berli a tavola con amici e parenti che per regalarli, con un ovvio influsso della “territorialità” rispetto al luogo di acquisto (soprattutto al Sud e nelle Isole), con i più gettonati che sono Barolo, Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella e Bolgheri, ma anche tante bollicine italiane, soprattutto Metodo Classico, Franciacorta e Trentodoc in testa, con “escursioni” in Alta Langa, senza dimenticare il Prosecco, soprattutto nella versione Conegliano Valdobbiadene Docg, ma anche un ritorno forte dello Champagne, soprattutto nelle città per brindare a queste festività ancora intralciante dalla pandemia, che non impedisce, però, di sognare e di donarsi un attimo di leggerezza e di felicità almeno nel calice. Sono queste le denominazioni più gettonate nelle festività di fine anno secondo il sentiment raccolto da WineNews tra alcune delle enoteche più prestigiose di tutta Italia (premiate con i “Tre Cavatappi” dalla guida “Enoteche d’Italia 2021” del Gambero Rosso”.
E così non sorprende che, in Piemonte, da Torino, la “Casa del Barolo” segnali tra i più gettonati il Barolo, il Barbaresco e lo Champagne tra le bollicine (mentre tra le italiane le più gettonate sono Alta Langa e Franciacorta), mentre a Verona, “capitale della Valpolicella”, all’Antica Bottega del Vino (di proprietà delle Famiglie Storiche, le tredici grandi cantine dell’Amarone), il podio se lo giochino ancora sua maestà il Barolo, il campione di casa, l’Amarone della Valpolicella, e lo Champagne, tallonato ancora dalle bollicine italiane del Trentodoc e del Franciacorta. A Montalcino, secondo il sentiment dell’Enoteca La Fortezza, domina il rosso di casa, il Brunello di Montalcino, davanti a Champagne e Franciacorta, mentre a Castelfranco Veneto (Treviso), l’enoteca Ferrowine vede primeggiare il Prosecco Docg, davanti ad Amarone della Valpolicella e Franciacorta. A Milano, la città più internazionale d’Italia, Enoclub vede in testa lo Champagne, davanti al Prosecco ed ai Metodo Classico d’Italia, mentre tra i rossi primeggiano Barolo e Bolgheri, mentre a Firenze l’Enoteca Vignoli incorona re delle vendite natalizie il territorio di Bolgheri, davanti a Champagne e alle bollicine italiane in generale. A Roma, la storica enoteca Trimani racconta di un podio fatto dal Brunello di Montalcino, Franciacorta e Cesanese, il più importante dei rossi del Lazio, mentre l’enoteca Continisio di Napoli segnala forti performance per il Fiano di Avellino, per i rossi della Campania (come Taurasi e Aglianico, ndr), ma anche Bolgheri, e tra le bollicine è una partita a due tra Trentodoc e Champagne. Grandi classici e territorio tra i più gettonati da Vinarius De Pasquale a Bari, con, nell’ordine, Amarone della Valpolicella, Barolo e Primitivo di Manduria, mentre in Sardegna, secondo l’Antica Enoteca Cagliaritana, vanno forte i vini del territorio, dall’Isola dei Nuraghi Igt (con menzione speciale per il Turriga di Argiolas), il Vermentino di Gallura ed il Carignano del Sulcis, mentre tra le denominazioni nazionali la più acquistata e regalata, ancora una volta, è l’Amarone della Valpolicella. In generale, segnalano gli enotecari, c’è stata una ripresa importante soprattutto da parte della clientela privata, mentre la regalistica aziendale è ancora sottotono sul 2019 pre-pandemia.
Trend confermati, a WineNews, anche da Andrea Terraneo, alla guida dell’Enoteca La Barrique di Cantù e presidente Vinarius, l’associazione che riunisce oltre 100 enoteche del Belpaese, che traccia un quadro tutto sommato positivo: “le cose stanno andando bene, non ci possiamo lamentare, si stanno realizzando le buone aspettative che avevamo per la fine dell’anno, anche se i dati per fare i bilanci definitivi li avremo a fine gennaio 2022.
Per ora negli acquisti - continua Terraneo - l’incertezza di questi giorni non si sente troppo, anche se c’è stato qualche problema di approvvigionamento dovuto a ritardi nelle consegne nelle ultime settimane. Ma preoccupano di più gli aumenti delle materie prime che nel 2022 impatteranno sui costi di produzione, ma staremo a vedere quello che succederà. In generale, comunque, la vendita di bottiglie per l’asporto va molto meglio del 2020, con un prezzo medio a bottiglia che, in questo momento, si colloca soprattutto nella fascia tra 15 e 30 euro.
Per la mescita la situazione è più variegata e dipende molto da zona zona e da tipologia di locale, ma anche qui molto le cose dipenderanno da come andrà la stagione turistica invernale”. Tra le tipologie, segnala ancora Terraneo, “i grandi classici tengono bene, ma cresce anche la richiesta di vini denominazioni meno note, con la voglia di stupire ed incuriosire quando si fa un regalo”. E l’Italia del vino, in questo senso, è un serbatoio inesauribile di varietà e qualità, da ogni zona del Belpaese.

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