Al via della stagione delle grandi fiere italiane del wine & food di respiro internazionale, pur in un calendario che via via si ridefinisce in base alla pandemia ma che per ora prevede solo spostamenti di date e non cancellazioni, come invece successo nel 2020 ed in parte nel 2021 (Vinitaly confermata a Verona dal 10 al 13 aprile, Cibus a Parma prevista dal 3 al 6 maggio, il Macfrut è in calendario a Rimini il dal 4 al 6 maggio per citare alcune tra le più importanti, ricordando anche il debutto di Slow Wine Fair, in calendario a BolognaFiere dal 26 febbraio al 1 marzo, mentre Marca, a BolognaFiere, prevista in gennaio, è stata riprogrammata per il 12-13 aprile), dagli organizzatori arriva una richiesta importante alla politica: “serve l’attivazione urgente di nuovi corridoi per consentire anche a operatori internazionali vaccinati non Ema (Agenzia Europea del Farmaco) di partecipare alle fiere in Italia. Se il Governo ha deciso - come giusto - di non chiudere le manifestazioni fieristiche, allo stesso tempo deve stabilire regole chiare per consentire l’accesso a tutti gli operatori della domanda, anche quelli i cui vaccini non sono riconosciuti dall’Ema. Con le attuali regole rischiamo la cancellazione di tutti i grandi eventi internazionali, con danni enormi nei confronti dei player fieristici e soprattutto delle imprese del made in Italy”. Lo ha detto oggi il presidente Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, Maurizio Danese (che è anche presidente Veronafiere, ndr), a commento della situazione contingente legata alle restrizioni per l’accesso alle fiere internazionali in Italia a causa dell’emergenza sanitaria.
“Importanti rassegne - ha aggiunto Danese - sono momentaneamente costrette a rinunciare alla presenza di molti operatori provenienti in particolare da Cina, Russia, Corea, Giappone, Medio Oriente e tanti altri mercati considerati emergenti per il nostro made in Italy; un danno per il business dell’offerta italiana che chiediamo venga risolto il prima possibile. Quasi tutte le fiere internazionali del primo bimestre di quest’anno hanno già dovuto rinviare a primavera, ma - ha concluso il presidente Aefi - rischiano di saltare definitivamente se non si troverà una soluzione a questo gap normativo che ha pesato non poco nella scelta dei top player di posticipare le grandi rassegne”.
Le regole attuali, in base a quanto ha potuto apprendere Aefi dalle comunicazioni disponibili, richiedono giorni di quarantena e/o vaccinazioni suppletive con vaccini riconosciuti da Ema. Queste disposizioni scoraggiano chi deve venire in Italia con continue disdette di operatori, in particolare dei Paesi terzi. Che sono importantissimi per il mercato del wine & food del Belpaese.
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