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LA RICHIESTA

Grano, “invasione straniera”, con 2,7 miliardi di kg nei primi 4 mesi: “colpiti produttori italiani”

A dirlo, Coldiretti: “+18% rispetto ad un anno fa. Tutelare aziende e consumatori assicurando reciprocità delle regole e trasparenza in etichetta”
Coldiretti, GRANO, IMPORTAZIONI, MINISTERO DELL'AGRICOLTURA, ORIGINE IN ETICHETTA, PASTA, Non Solo Vino
In Italia la produzione di grano non è autosufficiente

Un prodotto che serve molto a livello quantitativo, basti pensare che è alla base della pasta, uno degli alimenti più consumati al mondo, ma con il raccolto nazionale italiano che non basta a soddisfarne la richiesta. C’è quindi bisogno anche del grano estero, ma, gli agricoltori italiani, chiedono di giocare la partita “in parità”. Con le importazioni di grano straniero che nei primi quattro mesi 2024 hanno raggiunto il quantitativo di oltre 2,7 miliardi di chili, +18% sullo stesso periodo 2023, “è importante tutelare le aziende agricole e i consumatori italiani assicurando reciprocità delle regole e trasparenza in etichetta”. Questo è l’appello lanciato dalla Coldiretti al tavolo di filiera sul grano, svoltosi a Roma al Ministero dell’Agricoltura. L’organizzazione agricola ha espresso soddisfazione per la proposta di dare vita a un piano di settore avanzata dal sottosegretario Patrizio La Pietra.
L’invasione di prodotto straniero, spiega, “colpisce duramente i produttori nazionali, facendo crollare i prezzi di del 10% sia per il grano duro che per quello tenero, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. Si tratta peraltro di cereali coltivati usando spesso sostanze vietate nel nostro Paese e nella Ue. Nella produzione del grano duro turco viene utilizzato, ad esempio, il Carbendazim, un fungicida sospettato di avere effetti cancerogeni, mentre il Glifosato, essiccante vietato in Italia in pre raccolta, si trova sul grano canadese e su quello russo”.
Una situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare il principio di reciprocità delle regole, vietando l’ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate, ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. “E serve anche garantire un’etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio, a partire da pane, biscotti, cracker e altri derivati dai cereali, che oggi continuano ad essere “anonimi”. Si tratta di un passo fondamentale per la creazione di filiere 100% italiane dal campo alla tavola e a tale proposito sono sicuramente positive le misure assunte nel Dl Agricoltura sulle pratiche sleali per riequilibrare i rapporti e tutelare le aziende agricole, ma anche la disponibilità di 32 milioni di euro sui contratti di filiera del grano e l’impegno sulla tracciabilità con Granaio Italia”. Ma, conclude Coldiretti, è anche “necessario fermare i continui sottocosto per la pasta 100% italiana, per dare più equa remunerazione alle aziende cerealicole”.

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