Il Miglior chef è Gianluca Gorini, chef e patron del ristorante DaGorini a San Piero in Bagno (Forlì-Cesena), la Migliore chef Karime Lopez, la giovane cuoca messicana della Gucci Osteria di Firenze, allieva di Massimo Bottura; il Miglior chef straniero è, invece, cuoco-patron del suo Ricard Camarena Restaurant a Valencia; la Sorpresa dell’anno? Lo chef Alberto Gipponi, ai fornelli del suo ristorante Dina a Gussago (Brescia); e se la Miglior chef pasticcere è Lucia De Prai del The Cook al Cavo, a Genova, il Miglior sous-chef è Remo Capitaneo, executuve chef di Enrico Bartolini al Mudec a Milano; e Gennaro Battiloro del Battil’oro a Seravezza (Lucca), “figlio di stile” di Franco Pepe: sono solo alcune delle Giovani Stelle della Guida ai Ristoranti in Italia e nel Mondo 2019 di Identità Golose, svelate oggi a Milano, nell’edizione n. 12 (per la prima volta con più di 1.000 schede da 44 Paesi, di cui oltre 200 novità, grazie anche al passaggio in rete, di cui più di 700 in Italia e oltre 300 nel mondo, e con 58 ristoranti guidati da chef che non hanno ancora compiuto 30 anni). I Migliori sommelier? Emanuele Izzo, del Piazzetta Milù a Castellamare di Stabia (Napoli), e la collega Anna Cardin dell’Oro Restaurant del Cipriani di Venezia. Alberto Tasinato dell’Alchimia di Milano è invece il Miglior maître. Agli Alajmo il riconoscimento di Giovane famiglia: ad Erminio, Rita, Massimiliano, Raffaele e Giovanni Alajmo, storica e prestigiosa dinastia dell’alta cucina italiana, tuttoggi alla guida del ristorante Le Calandre a Rubano, e non solo.
Ma tra i premiati dell’edizione 2019 della Guida, ci sono anche la Miglior food writer, Alessandra Dal Monte del Corriere della Sera, il Miglior cestino del pane, a Valentino Cassanelli del Lux Lucis, il ristorante dell’Hotel Principe di Forte dei Marmi, ed il Premio Birra in cucina a Giuseppe Lo Iudice e Alessandro Miocchi del Retrobottega di Roma.
“Cresce l’orgoglio intelligente - sottolinea l’ideatore di Identità Golose, Paolo Marchi, nell’introduzione - ci rendiamo sempre più conto che non siamo il solo Buon Paese al mondo e siamo più disposti al confronto. Magari per convincerci ancora di più che meglio le nostre cucine. Però sono sempre meno slogan vuoti e parole dette giusto per restare aggrappati a vetusti stereotipi. Col tempo ci renderemo anche conto che è giunto il momento di definire bene cosa si debba intendere con Cucina di qualità, dal panino all’esperienza totale passando per la pizza e i piatti unici in pausa pranzo. Senza delegare in eterno tutto alle stelle di una guida rossa che non può ignorarci, ma nemmeno esaltarci nella dovuta maniera. In estrema sintesi: perché i sushi bar sono alta cucina, meritevoli di essere premiati e le nostre pizzerie la vergogna del firmamento Michelin?”.
Dalla prima edizione della Guida, poi, ogni anno cuochi e food writer da tutto il mondo raccontano gli indirizzi golosi preferiti della loro città o Regione: da Beppe Palmieri (Modena e Bologna) a Nicola Ultimo (Milano), da Raffaele Alajmo (Venezia) a Catia Uliassi (Senigallia), da Marco Reitano (Roma) a Cristiana Romito (Abruzzo), Enrico Baronetto (Londra), Giovanni Alajmo (Parigi), Stefania Giordano (Bilbao) e Jonathan Benno (New York) sono i protagonisti dell’edizione 2019.
E stasera a Identità Golose Milano è di scena una cena a otto mani firmata da Miglior chef, Migliore chef donna, Miglior chef pasticciere e Chef sorpresa dell’anno. Molti di loro, infine, saranno protagonisti di Identità 2019, di scena al Centro Congressi di Via Gattamelata, dal 23 al 25 marzo.
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