Con alle spalle una carriera in tv e sul grande cinema di oltre 30 anni, nelle vesti di alcuni di quei personaggi capaci di entrare nella memoria collettiva degli amanti del grande schermo - dall’eroe scozzese William Wallace in “Braveheart - Cuore impavido”, con tanto di Oscar come miglior regista, a Gesù nel kolossal “La passione di Cristo” - se in futuro dovesse cambiare mestiere, Mel Gibson non avrebbe dubbi: “se non mi fanno più recitare posso fare lo chef. Sono in grado di imbastire una cena per 50 persone in quattro e quattr’otto. Dimmi cosa ti piace e te lo preparo subito”. E’ la confessione dell’attore americano a “La Repubblica”, parlando del suo futuro professionale in forse per i suoi problemi privati che ne hanno incrinato l’immagine.
Del resto, come per molti altri “colleghi” del grande cinema internazionale la sua passione per i grandi vini è nota (anche se tra i suoi problemi, c’è anche quello dell’alcolismo, ndr), e gossip vuole che nelle sue tante ville sparse qua e là in Usa non manchi mai una cucina ad hoc e soprattutto una cantina ricca delle migliori etichette.
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