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HAPPY HOUR, DA “MODA IMPORTATA” AD OCCASIONE DI CONSUMO, CONVIVIALE, ECONOMICA, CHE PIACE A 4 ITALIANI SU 10, GIOVANI E NON SOLO, CON UN VERO E PROPRIO POPOLO DI AFFEZIONATI. COSÌ UNA RICERCA ISPO PER FEDERVINI. GANCIA: RITO ORMAI “ITALIANIZZATO”

Non Solo Vino
Happy hour piace: lo dice anche Federvini

Sempre più spesso, e sempre più diffuso, l’happy hour è diventato uno dei modi tra i più gettonati per incontrarsi. Conviviale ed economico, da pochi anni l’happy hour si è radicato in Italia come un’alternativa al pasto principale. Per gli amanti del bere e del mangiare bene, è una valida opzione alla classica cena in casa, in pizzeria o al ristorante. E la tendenza a trasformarlo da “moda importata”, come testimonia il nome, a modalità di consumo tutta italiana, è un dato di fatto, che emerge anche da una ricerca Ispo-Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione per Federvini, su un campione di 800 italiani dai 16 anni in su, secondo la quale 4 italiani su 10 amano e prediligono l’happy hour per incontrarsi e passare una serata insieme.

L’happy hour è una tradizione più recente e giovanile, ma apprezzata anche da un pubblico adulto. Almeno 6 italiani su 10 affermano di organizzare o partecipare ad un aperitivo sporadicamente, in generale piace a 4 italiani su 10, ma l’appuntamento diventa settimanale per 1/3 dei giovani (16-24 anni): 7 su 10 dicono di amarlo. E sono tanti i motivi che fanno apprezzare l’happy hour. In particolare, sono conviviali e si riescono a creare più occasioni nella stessa serata per frequentare diversi gruppi di amici, ad esempio aperitivo seguito da dopo cena. Durante l’aperitivo ci si può sedere comodamente, chiacchierare, trovare un ambiente tranquillo, ascoltare buona musica. Un comportamento che “abbiamo “italianizzato” - sottolinea Lamberto Vallarino Gancia, presidente Federvini - anche un buon modo di fare l’happy hour in stile mediterraneo”.

E ancora, l’aperitivo è economico e visto in modo positivo: l’happy hour permette di mangiare e bere contenendo le spese. Quasi 2 italiani su 3, peraltro, dichiarano di spendere massimo 8 euro per l’aperitivo. Tra i seguaci dell’happy hour, ci sono gli “affezionati”: per loro è quasi un rito che si ripete, come appuntamento settimanale, spesso nello stesso giorno della settimana e nel posto di fiducia, rappresentano il 18% dei frequentatori (pari al 10% della popolazione) e sono per lo più giovanissimi (16-24 anni) e spesso studenti. Oppure gli “assidui”, che rappresentano il 26% dei frequentatori (pari al 15% del campione totale), si concedono l’happy hour un paio di volte al mese e hanno per lo più 25-34 anni, impegnati a livello lavorativo. Per loro l’happy hour è anche un modo per scoprire e sperimentare posti diversi, raffinati e dove la qualità del cibo e del bere è un must per ritornare, preferiscono le enoteche e le birrerie particolari, ed hanno una bevanda preferita: il vino.

Le occasioni per bere fuori o dentro casa sono diverse e tutte molto apprezzate. E’ però importante sottolineare la cultura e lo stile che caratterizza il modo di bere degli italiani che Federvini identifica nello “stile mediterraneo”. “Uno degli obiettivi della Federazione è proprio quello di promuovere e sostenere questo stile, che è sempre equilibrato e responsabile e trova nell’happy hour la sua massima espressione, traducendolo in bere accompagnato da cibo”, aggiunge Lamberto Vallarino Gancia. È anche per questo motivo che l’happy hour è in continua crescita e si diffonde sempre di più nel nostro Paese, conquistando anche i meno giovani (per lo più tra i 35 e 54 anni) che organizzano o partecipano ad un happy hour raramente e che rappresentano il 56% dei frequentatori ossia il 33% del totale.

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