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BORGOGNA

Hospices de Nuits-Saint-Georges, il 20 marzo 109 pièces in asta per beneficenza

Torna in presenza, a Château du Clos de Vougeot, con l’edizione n. 61 e i vini della vendemmia 2021, che segna un ritorno alla tradizione

Un felice ritorno alla tradizione, per l’asta di beneficenza dell’Hospices de Nuits-Saint-Georges, che, dopo l’eccezione del 2021, torna in presenza, nella cornice di Château du Clos de Vougeot, con l’edizione n. 61 di scena il 20 marzo (in diretta online qui). Fondato nel 1270, quindi quasi due secoli prima del suo illustro vicino, l’Hospice di Beaune, a cavallo tra il regno di Luigi IX e la salita al trono di Robert II, duca di Borgogna, è stato per lungo tempo un lazzaretto, prima di diventare, alla fine del Seicento, un vero e proprio ospedale. Con il suo vigneto, nato nel corso dei secoli grazie alle donazioni dei ricchi possidenti del territorio: oggi, su quei terreni, ci sono 12 ettari di vigneto, perlopiù della prestigiosa denominazione Nuits-Saint-Georges, da cui nascono 16 etichette, tra cui spicca il Nuits-Saint- Georges 1er cru “Les Didiers”. Un anno fa, furono raccolti 1,9 milioni di euro, con la “charity pièce” capace di raggiungere la cifra più alta di sempre, 49.380 euro, devoluti all’Institut Pasteur.

Sotto il martello, finiranno 109 pièces, di cui solo una di bianco e 108 di rosso, ovviamente dell’annata 2021 che, come sottolinea Marc Moron, responsabile tecnico dell’Hospices de Nuits-Saint-Georges, “dopo tre annate consecutive piuttosto calde segna un ritorno alla tradizione della Borgogna: vini perfettamente bilanciati, tipicità, basse rese. L’andamento in vigna è stato lungo e difficile, ma all’inizio dell’estate la vite ha iniziato a crescere velocemente, compensando il lento sviluppo della primavera. Il bel tempo di luglio ha tenuto a bada oidio e peronospora, e a metà settembre eravamo già pronti a vendemmiare uve belle, sane e mature, con un perfetto equilibrio tra alcol e acidità. Una volta in vasca, sono bastati sei o sette giorni di macerazione prima di iniziare la fermentazione, utilizzando solo lieviti indigeni. Già dopo i primi rimontaggi sono venute fuori l’eleganza e il frutto per alcuni vini, l’equilibrio e la potenza per altri, a seconda delle diverse parcelle di Nuits-Saint-Georges”.

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