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I beni alimentari fanno galoppare l’inflazione. Nel 2022 spenderemo 650 euro in più al supermercato

Coldiretti: la causa è l’esplosivo impatto dei costi energetici. Per l’Istat bisogna tornare all’agosto 1983 per trovare una crescita simile
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Le famiglie alle prese con l’inflazione: 650 euro in più solo per la tavola

Quanto spenderemo di più al supermercato a causa dei rincari? Ben 650 euro e questo a causa dell’esplosivo impatto dei costi energetici sulla filiera agroalimentare. Lo stima la Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’inflazione a settembre, che evidenziano un aumento dell’11,4% per i beni alimentari. In cima alla classifica dei rincari ci sono gli oli di semi (+60,5%), soprattutto quello di girasole che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori; al secondo posto c’è il burro (+38,1%) e al terzo la margarina (+26,5%). Seguono il riso (+26,4%), spinto anche dal crollo della produzione nazionale a causa della siccità e il latte uht (+24,5%), davanti a farina (+24,2%) e pasta (+21,6%) mentre nelle campagne il prezzo del grano non copre i costi di produzione degli agricoltori. I vegetali freschi aumentano del 16,7% e la frutta del 7,9% con effetti negativi sui consumi.
L’Istat ha confermato le stime preliminari dell’inflazione del mese di settembre. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nin), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,1% per l’indice generale e a +3,6% per la componente di fondo.
Corre il carrello della spesa che, secondo l’Istat, a settembre 2022, è cresciuto del 10,9% su base annua. Bisogna tornare indietro all’agosto 1983 per trovare una crescita di questo livello (fu dell’11%). L’istituto di statistica ha chiarito che non sono i beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova accelerazione dell’inflazione, ma soprattutto i beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti e diffuse tensioni inflazionistiche. L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve in particolar modo ai prezzi dei Beni alimentari (la cui crescita passa da +10,1% di agosto a +11,4%) sia lavorati (da +10,4% a +11,4%) sia non lavorati (da +9,8% a +11%). La crescita dei prezzi al consumo accelera per tutti i gruppi di famiglie, ma il differenziale inflazionistico tra le famiglie meno abbienti e quelle con maggiore capacità di spesa continua ad ampliarsi.
A causa dei rincari più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello secondo i risultati dell’indagine condotta sul sito della Coldiretti in cui si evidenzia che un altro 18% ha ridotto la qualità degli acquisti mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa. Lo scenario tratteggiato da Coldiretti parla di rischio alimentare per oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare con i pacchi dono o nelle mense di carità. Una situazione che colpisce una filiera agroalimentare vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben quattro milioni di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, dal +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.
Ma aumenti riguardano anche il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il tetrapack (+15%), le etichette (+35%), il cartone (+45%), i barattoli di banda stagnata (+60%) fino ad arrivare al +70% per la plastica (analisi Coldiretti). “Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre anche lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

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