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I GRANDI CHEF? SI SONO TRASFERITI AL MUSEO! I MODERNI TEMPLI DELLE MUSE APRONO LE PORTE ALL’ULTIMA ARTE, LA CUCINA, PERCHE’ LA GASTRONOMIA E’ UN FATTO CULTURALE

I più informati in fatto di tendenze non hanno dubbi: da quando la cucina, considerata un’arte sin dalla notte dei tempi, è stata ufficialmente assunta nell’olimpo delle muse i grandi chef si sono trasferiti nei musei. Quindi se dovete far colpo su una nuova fiamma approfittate della doppietta e con la scusa molto culturale di andare a visitare un museo invitatela anche a cena per un esperienza sensoriale che non verrà cancellata tanto facilmente.

Se, invece, siete tra quelli rifuggono i templi delle muse come fossero prigioni ma, non si sa perché, la vostra dolce metà ne va matta, allora ingoiate il boccone amaro pregustando la ricompensa che vi attenderà a fine visita.

La moda di aprire ristoranti di lusso all’interno di musei, dimore storiche o teatri sembra impazzare un po’ in tutto il mondo ma il maggior successo lo sta riscuotendo in Italia: è ormai un’istituzione il Combal.zero, dove Davide Scabin all’interno del Museo d’arte contemporanea nella maestosa location del Castello di Rivoli (Torino) sforna le sue creazioni come fossero sculture.

Milano rende omaggio alla gastronomia nell’arte con Moreno Cedroni: lo chef con la bandana ha il delizioso compito di ritemprare i visitatore della Triennale Bovisa nel Bistrot.

Palazzo Grassi a Venezia sfoggia un autoctonissimo Vecio Fritolin che prepara inediti menù abbinati alle varie mostre in programma mentre la capitale punta tutto su Antonio Colonna e il suo nuovo ristorante, Open, aperto lo scorso ottobre all’ultimo piano del Palazzo delle Esposizioni.

Dire che Parigi a tutto questo ci aveva già pensato è banale: Alain Ducasse con Le Jules Vernes sulla Torre Eiffel è solo il primo di una serie che si allunga di mese in mese come il Georges all’interno del Centre Pompidou o il Tokyo Eat al Palais de Tokyo.

Saltellando da una capitale europea all’altra passando per New York con il suo celebratissimo Modern ubicato al Moma troviamo lo chef di museo anche a san Pietroburgo all’Hermitage e a San Juan, Portorico, il quale dicono, vale davvero la pena provare.

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