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I locali storici del Belpaese chiudono i battenti nei centri storici delle città, ma la legge di bilancio non prevede nessun aiuto o agevolazione fiscale. Fipe: respinti i nostri emendamenti per defiscalizzare ristrutturazioni ed efficientamento


I locali storici del Belpaese vivono un periodo di grande difficoltà, locali, librerie, botteghe chiudono i battenti nei centri storici delle città, ma la legge di bilancio non prevede alcun tipo di aiuto o agevolazione fiscale. A lanciare l’allarme è la Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi,
che parla di una tendenza destinata a continuare, a causa di costi di gestione diventati insostenibili. Sintomatica, in questo senso, quanto successo a Firenze, che, nel giro di pochi mesi, ha visto abbassare le saracinesche di un simbolo cittadino come l’Old England, seguito da librerie, cinema e botteghe storiche. Un numero destinato ad aumentare inesorabilmente, come spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe e presidente di Fipe Toscana.

“La nostra Federazione - dice Cursano - ha presentato tutta una serie di emendamenti alla legge di bilancio per inserire all’interno del provvedimento i locali storici e permettere loro di beneficiare degli importanti sconti fiscali (dal 50 al 65-70%) per ristrutturazioni ed efficientamento energetico e digitale. Le agevolazioni sono state confermate per gli alberghi, estese agli agriturismi e invece respinte per i ristoranti storici. La conseguenza è che i ristoranti storici continuano a cadere come birilli, una perdita per i centri, le città e l’Italia intera: questi locali, così come le antiche botteghe e i piccoli negozi rappresentano un vero patrimonio nazionale che va salvaguardato al pari di altri patrimoni culturali, bene di una comunità e di un Paese”.

Secondo i dati della Fipe, la crescita poderosa dei take away e la contrazione dei bar sono fenomeni particolarmente intensi nei centri storici delle città. Qui i primi sono cresciuti del 42% (la ristorazione con servizio del 25%) ed i secondi sono diminuiti del 10%. A fronte di questo fenomeno Fipe vede come strategico e fondamentale far rientrare i locali storici nei benefici fiscali della legge di bilancio. “La Fipe - prosegue Cursano - è l’unica associazione che lavora per salvaguardare e rappresentare il mondo delle imprese. La legge di bilancio avrebbe dovuto, nelle intenzioni originarie del Governo, rappresentare sostanzialmente e finanziariamente uno strumento fondamentale per ristrutturare, riarredare e dare un vero sostegno e prospettiva a questi locali che rappresentano l’anima e la memoria storica delle nostre città. Diverse amministrazioni locali stanno lavorando positivamente in questa direzione: ad esempio il sindaco di Firenze ha dichiarato di aver messo in bilancio un abbattimento dell’Imu per questa tipologia di locali, che pagano affitti da un minimo di 150.000 euro ad un massimo di 700.000 euro all’anno. Il Governo in parallelo, tra le tante priorità, non ha ritenuto di far rientrare le imprese storiche nei benefici fiscali, ma questo dovrà essere assolutamente fatto se si ha a cuore il futuro di questa testimonianza viva del nostro Paese. Quando questi luoghi spengono le luci - conclude Cursano - e abbassano per sempre le saracinesche ha perso un’intera comunità”.

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