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I love pummarola! L’export di conserve di pomodoro made in Italy hanno fatto registrare un aumento record del 20% a valore in Usa che nel 2015 sono primo Paese di destinazione fuori dall’Ue. In Italia? Se ne consumano 35 kg a persona. Così Coldiretti

I love pummarola! Le esportazioni di conserve di pomodoro italiane hanno fatto registrare un aumento record del 20% delle vendite in valore negli Stati Uniti, che, nel 2015, sono il primo Paese di destinazione della pummarola made in Italy fuori dall’Ue. Emerge da una analisi della Coldiretti. All’estero, sottolinea Coldiretti, si registra un andamento positivo per le conserve di pomodoro nazionali con un aumento medio a livello mondiale delle esportazioni del 6% nei primi 8 mesi del 2015 sul 2014.
Secondo l’analisi della Coldiretti, le conserve di pomodoro sono una delle punte dell’agroalimentare italiano, con una fortissima propensione all’export, visto che il 60% dei derivati è destinato ai mercati internazionali. La produzione totale Italia nel 2015 è stata stimata in 5,2 milioni di tonnellate di pomodoro fresco con un aumento del 7% sul 2014, che generano un fatturato di 3 miliardi di euro in un sistema che dà lavoro a 8.000 produttori agricoli e 10.000 addetti nella parte industriale che vede impegnate 110 industrie e 54 Organizzazioni dei Produttori. Il pomodoro è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che ne consumano circa 35 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria. Ad essere preferiti, sono stati nell’ordine le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.
“È il risultato della spinta della ripresa economica, del tasso di cambio favorevole e dell’effetto propulsivo di Expo” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare che anche la first lady Michelle Obama nella sua visita in Italia ha affermato che con “un pacco di pasta, pomodoro e basilico in trenta minuti si realizza un pasto delizioso”. Il pomodoro italiano, ha precisato Moncalvo, ha tutte le caratteristiche per cogliere le nuove tendenze dei consumi a livello internazionale che premiano l’identità del made in Italy e le proprietà salutistiche della dieta mediterranea di cui è un componente fondamentale.
Per non sperperare il patrimonio di credibilità conquistato, ha continuato Moncalvo, occorre lavorare su legalità e trasparenza con l’estensione a tutti i derivati, dal concentrato ai sughi pronti, dell’obbligo di indicare la provenienza del pomodoro, già in vigore in Italia per le passate. Un’esigenza di fronte all’aumento del 567% nei primi otto mesi delle importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina che è diventato il primo fornitore. Senza dimenticare, ha conlcuso Moncalvo, la necessità di superare le barriere doganali ancora presenti in alcuni importanti Paesi come gli Stati Uniti,dove a limitare la competitività sulle conserve di pomodoro italiane sono i pesanti dazi che sono ancor più inaccettabili alla luce dell’avvio del negoziato sul libero scambio (Ttip).

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