I “Pici”, pasta e piatto simbolo della tradizione toscana, sono al vaglio per diventare patrimonio Unesco. Dopo l’ammissione all’Inpai, l’Inventario nazionale del Patrimonio Agroalimentare Italiano, i “Pici e l’arte di appicciare” (dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma del picio, quello che nel gergo culinario toscano è il verbo “appiciare”) sono adesso in corsa per l’ottenimento del riconoscimento di patrimonio universale. Intanto, i “Pici dell’Aia” della Contrada di Collazzi di Montepulciano sono i più buoni, stando almeno a “A Tavola col il Nobile”, il concorso enogastronomico promosso dal Consorzio del Vino Nobile tra le otto Contrade del Bravìo delle Botti (corsa con le botti per le vie del centro storico di Montepulciano, quest’anno il 29 agosto), con l’obiettivo di esaltare gli abbinamenti dei prodotti e delle ricette tradizionali, con il Vino Nobile di Montepulciano, e la tradizione popolare della perla del Rinascimento.
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