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DISTRIBUZIONE

I primi Amarone sulla Place de Bordeaux sono “La Poja” e “Fieramonte” della griffe Allegrini

Dopo Bolgheri, Barolo e Brunello, mancavano solo i grandi rossi della Valpolicella nella rete distributiva francese ...

Mancavano solo i vini della Valpolicella, tra le grandi produzioni italiane presenti sulla Place de Bordeaux, il sistema distributivo che mette insieme Chateaux, négociant e wine merchant di tutto il mondo, su cui poggia la commercializzazione dei vini di Bordeaux sin dal XVII secolo. Un canale privilegiato, che negli ultimi anni ha accolto tante etichette italiane, nella piena consapevolezza che, ormai, il vertice qualitativo del Belpaese condivide le stesse fette di mercato dei grandi vini di Francia. Un vertice di cui fanno senza dubbio parte le grandi griffe dell’Amarone, a partire dai due cru di Allegrini, La Poja 2017 e Fieramonte 2015, che sbarcheranno sulla Place de Bordeaux con la campagna di settembre, che distribuirà le due etichette in tutto il mondo, ad eccezione dei mercati di Italia, Canada e Usa, che valgono l’80% della distribuzione globale di Allegrini.

Regista dell’operazione è Timothée Moreau (Bureau des Grands Vins), lo stesso che ha portato nella rete di distribuzione d’Oltralpe, nei mesi scorsi,I Sodi di S. Niccolò 2018 di Castellare di Castellina e il primo Barolo (e prima etichetta del Piemonte), il Barolo Cerequio 2018 di Michele Chiarlo, storica cantina di Calamandrana, seguita a stretto giro dal Barolo di Parusso che, avvalendosi di quattro négociants (CVBG, Duclot, Ginestet e Joanne), con la collaborazione dello storico courtier Excellence Vin, verrà distribuito in tutto il mondo, ad eccezione di alcuni paesi europei (Italia, Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Regno Unito, Norvegia, Austria, Francia e Svezia).

Come accennato, le porte della Place de Bordeaux, per il vino italiano, si erano aperte già nel 2008, quando 15 prestigiosi négociant decisero di distribuire in tutto il mondo (ad eccezione di Italia, Usa e Canada) il mitico Masseto, con l’annata 2006, a cui si è poi aggiunto il secondo vino della tenuta, il Massetino. Anche Ornellaia, Ornellaia Bianco, Serre Nuove, Le Volte e Poggio alle Gazze, in esclusiva per Asia, Emirati Arabi, Africa e Sud America, passano per la Place de Bordeaux. Così come il Solaia, e, in piccole quantità, anche il Tignanello e il Cervaro della Sala della famiglia Antinori, e ancora tre etichette mitiche della Toscana enoica, come il Colore di Bibi Graetz, il Galatrona di Petrolo, azienda simbolo del Val d’Arno di Sopra di Luca Sanjust e il Caiarossa. Nel 2018 sbarca sulla Place de Bordeaux anche l’Orma, il Supertuscan nato dai vigneti di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc di Podere Orma, la griffe bolgherese di Tenuta Sette Ponti, l’azienda toscana di Antonio Moretti Cuseri che, due anni più tardi, fa il bis, con l’Oreno. Ad ottobre, inoltre, la Place distribuirà in esclusiva la prima annata (2019) dell’ultimo nato a Tenuta Sette Ponti: “Sette”, un Merlot in purezza prodotto in pochissime bottiglie (6.000).

Nel 2019 fu la volta del primo Brunello di Montalcino, con i vini di Luce della Vite, il marchio di Frescobaldi che fa da ombrello a Luce, Lucente e Luce Brunello di Montalcino, distribuiti in Asia, Africa e Medio Oriente (ad eccezione del Giappone) da 11 négociant bordolesi. Infine, solo per citare alcune delle etichette top del Belpaese presenti sulla Place de Bordeaux, il debutto del primo Etna Rosso, quello della Giovanni Rosso, storica griffe del Barolo, rappresentata da cinque dei più rinomati négociants, Joanne, Diva, Barriere Frères, Louis Vialard e Ld. Oggi la Place conta 75 vini da otto diversi Paesi, con il 35% del totale proveniente dall’Italia, il 28% dagli Usa e il 12% da regioni francesi diverse da Bordeaux.

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