I PRODOTTI TIPICI IN ITALIA: LE POTENZIALITÀ DI UN SETTORE CHE HA ACQUISITO IMPORTANZA STRATEGICA PER LO SVILUPPO AGRICOLO ITALIANO

Il Rapporto Nomisma su “Prodotti Tipici e sviluppo locale” evidenzia come oggi esista “un rilevante potenziale di tipicità ancora inespresso” in base al quale, nel panorama agricolo italiano, esiste oggi “una piena convergenza tra operatori di settore e controparte istituzionale nell’identificare l’opzione prodotti tipici quale elemento centrale della politica agricola nazionale dei prossimi anni”. Anche se in presenza di un “serio problema di conoscenza e di informazione del consumatore” viene confermato come il potenziale di mercato “sia certamente ampio” e stimabile in una domanda per il prodotto tipico italiano equivalente a 25-30.000 miliardi di valore al consumo finale, con una dimensione alla produzione pari a circa il 20-25% della PLV (Produzione lorda vendibile) agricola nazionale. L’importanza strategica del settore viene evidenziata anche partendo da una considerazione che riguarda la consistenza dell’agricoltura italiana: “la quota nazionale, rispetto ai terreni agricoli complessivamente coltivati a livello mondiale, è di appena il 3 per mille”: irrilevante per poter in qualche modo incidere in una economia globalizzata. Lo sviluppo delle produzioni tipiche consentirebbe all’Italia di collocare una consistente parte (quella non replicabile) della sua produzione agricola, al di fuori della logica competitiva mondiale, alla quale non si sottraggono nemmeno le produzioni biologiche più avanzate (“ne sono un esempio i prodotti biologici del Nord Africa e del Sud America”).


Crisi del modello di agricoltura 'industriale'
(Ricerca People SWG per MiPAF)
Per continuare a vendere i loro prodotti in futuro gli agricoltori dovranno:
- Valorizzare i prodotti tipici e tradizionali, 63%
- Puntare su produzione biologica, 44%
- Intensificare utilizzo tecnologie industriali, 20%
- Espandere aree coltivate, 18%
- Aumentare produzione nelle aree coltivate, 16%
- Utilizzare biotecnologie e Ogm, 5%
- Non sa/non risponde, 2%


Bisogno di Genuinità - Sicurezza - Qualità
Cosa garantisce la genuinità del cibo che mangia?
- Che sia prodotto in modo naturale, 60%
- Etichetta che lo certifica, 41%
- Certezza che non contenga Ogm, 33%
- Elaborato/prodotto interamente in Italia, 30%
- Non sa/non risponde, 3%


Cosa è importante per la sicurezza alimentare?
- Certificare il prodotto dall’origine al confezionamento lungo tutta la catena di produzione, 60%
- Avere garanzia che vengano rispetta le norme igienico/sanitarie di legge, 34%
- Conoscere il luogo d’origine del prodotto/dei suoi componenti, 15%
- Non sa/non risponde, 2%

Sensibilità agli Ogm
Gli Ogm sono vantaggiosi per il futuro dell’uomo
- Distanza elevata, 49%
- Distanza, 31%
- Adesione, 11%
- Adesione elevata, 9%
I cibi preparati con OGM sono
- pericolosi per la nostra salute e per il futuro, 47%
- da sperimentare perché potrebbero risolvere in futuro i problemi alimentari del mondo, 40%
- utilizzabili subito perché i vantaggi superano i rischi, 6%
- non sa/non risponde, 7%


I punti forti dei prodotti tipici - (Fonte Ricerca SWG per CNA)
- Forte richiamo alla tradizione, 15,20%
- Maggiore bontà, 20,90%
- Maggiore sicurezza e qualità, 14,80%
- Freschezza, 12,30%
- Naturalezza, 8,40%
Dove attualmente vengono offerti ?
- Piccoli negozi, 21,00%
- Laboratori artigianali, 19,90%
- Gdo, 45,60% di cui:
Supermercati e Ipermercati, 19,90%
Grandi catene, 10,70%
Angoli prodotti artigianali nei Smk, 8,90%
- Mercati rionali, 9,00%


Differenziale di prezzo sostenibile per i prodotti tipici
(VIII Rapporto Agricoltura Italiana: Nomisma - Coldiretti - Verona Fiere)
- Non più del 20%, 47%
- Tra il 20% ed il 50%, 19%
- Più del 50%, 10%
- Non disponibile, 18%
- Non so, 6%