Lo sforzo fatto dallo Stato e dal Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb), che hanno messo sul piatto, rispettivamente, 38 e 19 milioni di euro per finanziare l’espianto di 9.500 ettari di vigneti a Bordeaux (qui), non è sufficiente. E i vignaioli del territorio, come previsto, rilanciano, e la richiesta, come racconta il magazine francese “Vitisphere”, è sempre la stessa: 10.000 euro ad ettaro di aiuti (contro gli attuali 6.000 euro) e 15-20.000 ettari di vigneti espiantati, per un investimento compreso tra i 150 ed i 200 milioni di euro. “Non siamo soddisfatti, pensavamo ad uno sforzo maggiore, che si prendesse davvero consapevolezza della gravità della situazione”, ha detto Didier Cousiney, il presidente del Collettivo dei Vignaioli della Gironda.
In tutto, sono ben 35.000 gli ettari vitati in difficoltà, divisi tra 1.320 aziende - tra Côtes de Bourg e Blaye, Entre-deux-Mers, Médoc - e la proposta del Governo non soddisfa neanche i viticoltori della Confédération Paysanne, secondo cui si tratta di un “micro-budget a fronte di un grave problema industriale. Questo piano dimostra chiaramente che il Civb non vuole prendere coscienza della vastità del problema, di cui è la principale responsabile. L’economia di una Regione sta implodendo, e la risposta non è all’altezza, così continueranno le vendite in perdita ed i fallimenti si moltiplicheranno”.
Le prospettive economiche, in effetti, sono a dir poco preoccupanti: gli stock di Bordeaux coprono le richieste dei mercati, potenzialmente, per i prossimi 19 mesi, senza considerare né la vendemmia 2022, né la raccolta 2023, che comunque si avvicina. Diventano ossigeno, quindi, i 160 milioni di euro (in due fasi, con una potenziale estensione di 40 milioni di euro) destinati alla distillazione di crisi, che interesserà, potenzialmente, 400.000 ettolitri di vino di Bordeaux.
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