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I “TAROCCHI” DEL MADE IN ITALY ALIMENTARE: GIRO D’AFFARI DI 60 MILIARDI, INCIDENZA DEL 25% SULL’EXPORT E 6 MILIARDI EROSI DAL FATTURATO DEGLI ESPORTATORI. PER COMBATTERE IL FENOMENO 6 PUNTI DI FEDERALIMENTARE: DAL MONITORAGGIO ALLE CAMPAGNE EDUCATIVE

I “tarocchi” del made in Italy alimentare: giro d’affari di 60 miliardi, più di 2 volte dell’export italiano, con un’incidenza del 25% sull’export del settore, pari a 23 miliardi di euro a fine 2011 e erode dal fatturato degli esportatori alimentari italiani ben 6 miliardi di euro. Come combattere il fenomeno? Dal monitoraggio alle campagne educative, Federalimentare ha stilato sei punti che sono stati illustrati dal vice presidente Annibale Pancrazio (info: www.federalimentare.it).
“La rinomata qualità dei nostri prodotti alimentari - dice il vice presidente di Federalimentare Annibale Pancrazio - non dipende dall’origine delle materie prime ma dall’eccellenza dei processi di trasformazione e dalla capacità dell’Industria italiana di sapersi innovare tecnologicamente restando fedele alla tradizione. L’Italia è deficitaria di quasi tutte le materie prime di cui ha bisogno - continua Pancrazio - ma nonostante questa carenza strutturale, è riuscita ad affermare nel mondo un’immagine di eccellenza in molti settori. Se vogliamo davvero continuare a portare sugli scaffali di tutto il mondo sempre più prodotti made in Italy - conclude il vicepresidente di Federalimentare - dobbiamo favorire l’impiego di tutte le materie prime nazionali e, quindi, l’accesso alle materie prime deficitarie che le nostre industrie sanno selezionare ed utilizzare in modo unico”.
Tra le misure indicate da Federalimentare, ricostituire l’Agenzia per l’Internazionalizzazione e potenziare le competenze e il numero degli attuali 14 Desk Anticontraffazione; costituire, nei principali Paesi in cui si pratica la contraffazione dei prodotti alimentari italiani, una rete di studi legali di riferimento a carico dell’Amministrazione Pubblica; coinvolgere la nuova Agenzia per l’Internazionalizzazione e le Ambasciate italiane nella rete di monitoraggio e di azione legale; definire accordi bilaterali finalizzati all’adozione di politiche di tutela dei prodotti; realizzare campagne educative di informazione e comunicazione sul vero valore del prodotto realmente italiano; rafforzare le relazioni con i principali attori del canale ho.re.ca., della ristorazione, degli alberghi e della Grande Distribuzione Organizzata per favorire l’ingresso e la permanenza sui mercati esteri di prodotti autenticamente italiani. “Si tratta di iniziative - conclude Pancrazio - estremamente urgenti e coerenti con la necessità di risollevare l’economia. Per di più, realizzabili a costo quasi zero”.

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