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IL PROGETTO

I terreni confiscati alla mafia ai giovani agricoltori: accordo tra Interno e Agricoltura

9.000 terreni da assegnare attraverso bando, a canone agevolato. Gli imprenditori dovranno realizzare iniziative sociali e didattico-divulgative
AGRICOLTURA, INTERNO, LOLLOBRIGIDA, MAFIE, PIANTEDOSI, TERRENI CONFISCATI, Non Solo Vino
I terreni confiscati alla mafia ai giovani agricoltori: accordo tra Interno e Agricoltura

Di gestire i terreni agricoli ed i beni confiscati alla malavita, c’è chi se ne occupa da anni, come Libera Terra, per esempio, nata su impulso dei “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” fondata da Don Luigi Ciotti nel 1995, quasi 30 anni fa. Ma a breve, potranno essere i giovani agricoltori a prendere in gestione i terreni confiscati alle mafie. Lo prevede un accordo sottoscritto oggi al Viminale dai Ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi e dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. “L’intesa è finalizzata alla realizzazione di un progetto - spiega una nota del Viminale - che coniugherà il reimpiego a scopo sociale dei fondi confiscati, circa 9.000 terreni, con il rilancio delle politiche a sostegno dell’agricoltura. I terreni verranno assegnati in uso al Ministero dell’Agricoltura che, attraverso la controllata Ismea, ne curerà la concessione a giovani imprenditori del settore agricolo, dietro la corresponsione di un canone agevolato. I proventi delle concessioni confluiranno nel bilancio del Ministero dell’Agricoltura e verranno impiegati per l’acquisto di derrate alimentari per gli indigenti”. Al contempo, l’accordo prevede che gli imprenditori agricoli realizzino, nei terreni assegnati, iniziative di tipo sociale e didattico-divulgativo, con la presenza di lavoratori extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno e di persone con disabilità, nell’ambito di progetti finalizzati a conseguirne il recupero ed il reinserimento lavorativo.
L’iniziativa, nell’agevolare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura, valorizza inoltre le aree interne e mira a contrastare il fenomeno dell’abbandono e i conseguenti rischi, inclusi quelli idrogeologici, spiega ancora una nota. Il Ministero dell’Agricoltura assicurerà il monitoraggio costante delle attività svolte, anche attraverso il Corpo dei Carabinieri Forestali e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro. “Questo accordo testimonia lo straordinario lavoro messo in campo dal Governo per restituire alla collettività i patrimoni illeciti confiscati alla criminalità organizzata e al contempo valorizzare tali beni in modo che possano rappresentare anche importanti opportunità di crescita per il territorio. I terreni sottratti alle mafie, grazie all’intesa tra il Ministero dell’Agricoltura e l’Agenzia, verranno concessi a giovani imprenditori, in un’ottica di rilancio delle politiche a sostegno dell’agricoltura. Su di essi saranno realizzate inoltre iniziative a carattere sociale, rivolte a persone con disabilità e a lavoratori extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno, nell’ambito di progetti finalizzati all’inserimento lavorativo”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “L’accordo sottoscritto oggi è un segnale importante - ha affermato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida - attraverso questa iniziativa con i beni confiscati alla criminalità organizzata, vengono rilanciate le attività agricole, fornendo preziosi strumenti a sostegno delle nuove generazioni che sono messe in condizione di avere terreni per sviluppare la loro attività a canoni accessibili. Queste terre ora diventano simboli di speranza e sviluppo, contribuendo a far tornare l’agricoltura motore di crescita e di riscatto. Il Governo Meloni, lavorando in sinergia, ha una visione strategica per riuscire non solo ad affrontare le contingenze, ma a programmare azioni che cambino in positivo l’Italia”. “Destinare a giovani imprenditori agricoli i terreni confiscati alle mafie ha un duplice valore: da un lato affermare simbolicamente la vittoria dello Stato, sottraendo alle organizzazioni criminali non solo i proventi delle attività illecite ma anche l’espressione tangibile del loro potere sul territorio, dall’altro offrire una opportunità di lavoro in un settore, quello dell’agricoltura, che ha un valore determinante per l’economia, per la salvaguardia del territorio, per la qualità della vita della comunità nazionale e per la valorizzazione della sua identità” ha sottolineato il sottosegretario all’Interno con delega all’Anbsc, Wanda Ferro, aggiungendo che“dobbiamo favorire il ricambio generazionale affermando il valore della legalità, del rispetto delle regole, della dignità e della sicurezza del lavoro”. Un’iniziativa che piace anche alla Coldiretti, secondo la quale “questa iniziativa rappresenta un passo significativo nella lotta contro le agromafie e nella promozione della legalità e della sostenibilità nel settore agroalimentare. La criminalità organizzata, con il business delle agromafie - ricorda l’associazione - ha superato i 24,5 miliardi di euro, minando gravemente la qualità e la sicurezza dei prodotti italiani e danneggiando l’immagine del made in Italy. “I beni confiscati - dichiara Giancarlo Caselli, ex magistrato in prima linea contro la mafia, e già presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie di Coldiretti - sono la concreta dimostrazione che l’antimafia è recupero di legalità che “paga” anche in termini di nuove opportunità di lavoro e di nuove occasioni di iniziative imprenditoriali libere”. Il progetto presentato oggi non solo sottrae risorse alle mafie, ma offre ai giovani agricoltori la possibilità di contribuire alla rinascita economica e sociale delle nostre campagne. Gli agricoltori sono infatti i primi custodi del territorio e con il loro lavoro garantiscono la sostenibilità e la cura dell’ambiente. Sostenere i giovani imprenditori agricoli attraverso l’assegnazione di terreni confiscati alle mafie è un passo fondamentale per rilanciare la legalità e la competitività del nostro settore agroalimentare”. La criminalità nelle campagne si manifesta attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, estorsioni, caporalato e truffe nei confronti dell’Unione europea, compromettendo il libero mercato e soffocando l’imprenditoria onesta. Coldiretti sottolinea l’urgenza di una riforma dei reati in materia agroalimentare, come già proposto da tempo da Giancarlo Caselli, per perseguire con maggiore efficacia questi crimini. A conferma dell’impegno nella lotta contro la criminalità organizzata nel settore agroalimentare, è stata recentemente inaugurata a Bruxelles la sede permanente della Fondazione Osservatorio Agromafie, sotto la guida di Francesco Greco. Questa iniziativa mira a portare la cultura della legalità a livello europeo, affrontando temi come le frodi alimentari, lo sfruttamento lavorativo e le pratiche commerciali sleali, per difendere il made in Italy e tutelare i consumatori. Coldiretti auspica che questa iniziativa porti a risultati concreti già nella prossima stagione e ribadisce il suo impegno nel supportare tutte le azioni volte a favorire la crescita e il rinnovamento del comparto agricolo italiano.

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