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I vini italiani sul Liv-ex: cresce il Piemonte, ma lo scettro è ancora della Toscana

Sassicaia, Ornellaia, Tignanello e gli altri valgono il 58%, il Monfortino spinge le Langhe al 39%. La performance delle altre Regioni

L’Italia è, stabilmente, la terza regione vinicola più “scambiata” sul mercato secondario dei fine wine, con una quota a valore del 16%, dietro solo a Bordeaux (40,5%) ed alla Borgogna (20,4%), come ricordano i dati del Liv-ex. Storicamente, la voce più pesante riguarda i vini della Toscana, che rappresentano, nella media degli ultimi vent’anni, il 72% delle bottiglie scambiate, grazie alla loro enorme liquidità, alla forza di brand come Sassicaia, Ornellaia, Masseto, Tignanello, Solaia, Case Basse Soldera, Biondi Santi, ed a una produzione sostanzialmente stabile nei numeri. Nel 2010, la quota della Toscana toccò addirittura il 95%, ma da quel momento non ha fatto che calare, con il crescere della quota del vino italiano sul mercato, fino al 58% di oggi, da inizio 2021.

Ovviamente, a crescere, è stato il Piemonte, l’altra grande Regione del vino italiano, che non può muovere, con le sue etichette migliori, i volumi della Toscana, ma ha raggiunto prezzi importanti, specie con il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, diventato uno dei vini più ricercati da collezionisti e appassionati, capaci, specie nelle aste internazionali, di performance di assoluto valore. A raccontare alla perfezione il boom del Piemonte, è un dato, il +11.000% degli scambi registrati negli ultimi dieci anni, mentre da inizio 2021 hanno già superato - del 3% - quelli di tutto il 2020, con la Regione che, adesso, vale il 39% della quota dei vini italiani scambiati sul Liv-ex.

Non ci sono, però, solo Toscana e Piemonte, perché tra le pieghe della crescita del 2.566% delle etichette italiane scambiate negli ultimi dieci anni, trovano spazio anche le chicche enoiche di Regioni ancora in secondo piano nel mondo del collezionismo e degli investimenti, come Veneto, Abruzzo, Umbria, Puglia, Sicilia e Campania, su cui la critica ha finalmente iniziato a mettere gli occhi, così come il trade. Quella dell’altra Italia, negli anni, è stata una crescita interessante, ma ancora limitata, che ha portato la quota delle bottiglie scambiate sul Liv-ex poco sopra al 3% del totale Italia a valore, e intorno al 5% a volume.

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