
Il più prezioso, è il Musigny Grand Cru di Domaine Leroy, gioiello della Borgogna e della Côte de Nuits, con un prezzo medio di 47.108 dollari (40.026 euro), davanti, rimanendo in famiglia e sempre in Borgogna, al Batard-Montrachet Grand Cru di Domaine d’Auvenay, perla bianchista di Chardonnay nella Côte de Beaune, con 26.206 dollari (22.266 euro), e, a chiudere il podio, e ancora dalla Borgogna, un altro “mito”, il Romanée-Conti Grand Cru di Domaine de la Romanée-Conti (Côte de Nuits) a 23.537 dollari (19.998 euro). Ma in top 10 ci sono anche Domaine d’Auvenay con il Chevalier-Montrachet Grand Cru (n. 4) a 23.272 dollari (19.773 euro), cantina prestigiosa che torna al n. 5 con il Criots-Batard-Montrachet Grand Cru (20.530 dollari - 17.442 euro), ed è ancora Borgogna al n. 6 con il Musigny Grand Cru di Georges Roumier (18.107 dollari - 15.384 euro), e alla n. 7 con il Montrachet Grand Cru di Domaine Leflaive (17.027 dollari - 14.467 euro), e alla n. 8 con lo Chambertin Grand Cru di Leroy (16.018 dollari - 13.609 euro). Un dominio interrotto solamente alla posizione n. 9 con lo Scharzhofberger Riesling Trockenbeerenauslese di Egon Müller (14.033 dollari - 11.923 euro), mentre alla n. 10 c’è il Mazis-Chambertin Grand Cru di Domaine d’Auvenay (11.973 dollari - 10.173 euro). Parola di “Wine Searcher”, il più grande portale mondiale che monitora i prezzi di migliaia di enoteche e rivenditori del mondo, che ha stilato la “The World’s Top 50 Most Expensive Wines” 2025, la classifica aggiornata sulle bottiglie più care al mondo.
Dove dominano la Francia e la Borgogna e ci sono cinque bianchi ed altrettanti rossi. I 10 vini più costosi al mondo, spiega Wine Searcher, valgono quasi il 5% in più dell’anno scorso, anche se c’è chi ha “frenato” in top 10 raggiungendo quotazioni minori sul 2024, anno in cui, per entrare tra i primi 10 serviva un valore più alto. Il trend di crescita può significare qualcosa? “Che questo sia un segnale di ripresa nel commercio vinicolo in generale è una questione controversa - dice Wine-Searcher - i vini presenti in questa lista sono rarità che non avranno mai un impatto significativo in generale, ma potrebbero offrire una flebile speranza a un settore che è stato colpito ancora più duramente di altri negli ultimi due anni”.
Se nelle prime 50 posizioni l’Italia non è rappresentata, la “Most Expensive Italian Wines” by Wine Searcher, ci mostra che, nonostante il costo massimo dei vini italiani sia ancora lontano dai prezzi dei francesi più quotati, i “fuoriclasse” del Belpaese conquistano valutazioni sempre più alte. Rispetto all’anno scorso tutte le prime 10 posizioni hanno un valore più alto. Alla n. 1 spicca il Barbaresco Crichet Paje Riserva di Roagna a 3.542 euro come prezzo medio, cantina che si conferma leader nella classifica e uno dei nomi più quotati e importanti della denominazione piemontese. N. 2 per il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, altro nome dal grande prestigio, a 1.174 euro e, a chiudere il podio alla n. 3, c’è il Barbaresco Crichet Paje di Roagna a 1.093 euro, lo stesso vino che nel 2024 guidava il ranking italiano (a 1.053 euro). Posizione n. 4 per un vino che è già un culto per i collezionisti, Il Duemilaventuno di Sergio Manetti, Toscana Igt che fu prodotto da Montevertine per commemorare il centenario della nascita del suo fondatore (1.007 euro). Posizione n. 5 per una vera leggenda del vino italiano, e star abitudinaria nelle grandi aste internazionali, come il Masseto, che nasce dalla cantine bolgherese del gruppo Frescobaldi, quotato, in media, 918 euro. Alla n. 6 una rarità che fa rima con eccellenza, il Barolo Otin Fiorin Pie Franco - Michet di Cappellano (788 euro), che precede un nome cult della Toscana e di Montalcino, il Case Basse Toscana Igt di Gianfranco Soldera (765 euro). A completare la top 10 tricolore, con il primo e unico nome al di fuori dei confini di Piemonte e Toscana, l’Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg di Giuseppe Quintarelli (725 euro), alla posizione n. 7 per uno dei simboli assoluti della Valpolicella; a seguire, il Barolo Brunate Riserva di Giuseppe Rinaldi (695 euro); il Barolo Pira Riserva di Roagna (646 euro) e, infine, l’Imeneus Toscana Igt della Fattorie dei Dolfi, che nasce nei vigneti di Perignano di Lari, a Pisa (646 euro).
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