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“IL 2010 E’ STATO UN ANNO DI STAGNAZIONE PER I CONSUMI FUORI CASA E PER I PROSSIMI 4-5 ANNI NON CI SI POTRA’ ASPETTARE UNA RIPRESA”: ECCO IL QUADRO DELINEATO DALLO STUDIO DI BAIN & COMPANY AL FORUM DEI CONSUMATORI FUORI CASA

Se complessivamente i consumi degli italiani hanno segnato una lieve crescita nel 2010 (+0,2%, con previsioni di un +0,5% nel 2011 e di un +0,9% nel 2012), non altrettanto si può dire per i consumi di alimentari e bevande, calati nel periodo gennaio-settembre del 0,7% in ambito domestico e del 0,3% fuori casa. E’ il quadro tracciato, da uno studio di Bain & Company, presentato nel Forum dei consumi fuori casa, che ha preso il via oggi a Villa Erba a Cernobbio.
“Il 2010 è stato un anno di stagnazione - sottolinea il direttore di Bain & Company, Marco Costaguta - e, per i prossimi 4-5 anni, non ci si potrà aspettare una ripresa”.

Il mercato dei consumi di alimenti e bevande fuori casa rimane rilevante e vale 70 miliardi di euro. Ogni giorno gli italiani spendono 200.000 euro con 20 milioni di acquisti in 240.000 esercizi, cui si aggiungono 2,3 milioni di distributori automatici e 9,2 punti di ristorazione collettiva.

“Un mercato - spiega Costaguta - in continua trasformazione che sta diventando sempre più bipolare e va verso una nicchia di esercizi di alto profilo e di lusso, da una parte, e una grande massa di punti vendita a forte convenienza dall’altra”. Seconda tendenza è quella della contaminazione, con punti vendita che mescolano diversi formati (librerie-panetterie-bar, sale concerti-ristorante ...) a caccia del consumatore del futuro. Esperimenti, afferma Costaguta, “che tuttavia hanno difficoltà a diventare reti diffuse” e che non sempre riescono a incontrare il favore della clientela, come dimostrano i dati “impressionanti” sul turn-over. “Ogni anno - conclude Costaguta - sono 20.000 gli esercizi che aprono ma altrettanti quelli che chiudono”.

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