Il 2017 sarà l’anno dei vini premium, pronti a registrare la miglior crescita di sempre, con un milione di casse in più spedite verso Svizzera, Regno Unito e Germania, ma da qui al 2020 a trainare il mercato mondiale del vino saranno ancora le bollicine, con i rosé sempre più popolari tra i giovani, e la sete di Prosecco che non si placherà, con 9,5 milioni di casse in più che verranno stappate nel mondo, dall’Italia al Regno Unito, passando per gli Stati Uniti, che continueranno a guidare le dinamiche commerciali, almeno in valore, con un fatturato del settore wine & spirits che, nel 2020, toccherà i 49 miliardi di dollari, dai 44 miliardi di oggi. Al secondo posto, invece, Brexit o non Brexit, la Gran Bretagna è destinata a vedersi scavalcare dalla Cina, grazie alla crescita della classe media, che guida quella dei consumi enoici ad un tasso del 4,5% annuo, con la regione dell’Asia-Pacifico che diventerà, secondo le previsioni, la regione più importante per la crescita in termini assoluti per volume, davanti al continente americano. Ecco le tendenze dei consumi di vino e di alcolici intercettate da Iwsr - International Wine and Spirits Research, per conto di Vinexpo, “distillate” da Guillaume Deglise, direttore generale del salone internazionale di Bordeaux, che a Milano ha presentato la prossima edizione, di scena dal 18 al 21 giugno (www.vinexpo.com).
Ospite d’onore sarà la Spagna, “visto che - ha raccontato Deglise - è un espositore di lunga data, e nell’edizione di Hong Kong era l’Italia in posizione onore. La presenza a Milano è molto importante, perché l’Italia è il primo Paese per export di vino al mondo ed è anche il primo Paese per consumo pro capite, con un mercato moderno che sa esportare il know how”. Tra le novità del 2017 del salone biennale, un’area interamente dedicata ai vini biologici, “Wow” - World of organic winer con 200 produttori, e il collegamento con la Cité du Vin, che il 18 giugno aprirà eccezionalmente il belvedere agli eno appassionati di tutto il mondo per proporre una degustazione di vini spagnoli. Ed il 19 giugno Vinexpo si unisce a “Wine Spectator”, per l’evento enogastronomico “A Taste of Spain”, con un centinaio di prestigiose bodegas spagnole e 10 tra i più celebri chef, selezionati da Ferran Adrià e José Andrés, prepareranno piatti tipici. Ma quella con il magazine Usa non è l’unica sinergia messa in campo da Vinexpo, che, in una logica di appuntamento internazionale, e non solo francese, ha chiuso accordi anche con il “Gambero Rosso” e con “Bettane et Dessauve”.
La serata ufficiale di Vinexpo, “The Blend”, sarà ospitata al Palazzo della Borsa, nel centro storico della città, il 20 giugno. Ideale per sviluppare la propria rete professionale, “The Blend” è riservato ai partecipanti del salone che potranno ritrovarsi intorno ad una selezione originale di vini, champagne, cognac e distillati. Non mancheranno le conferenze. “Come partner della filiera - ha continuato il direttore generale di Vinexpo - vogliamo suscitare il dibattito su temi di attualità, per esempio l’impatto del global warming sui vigneti e la Brexit”. Sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea c’è molto interesse, perché i consumi in Uk vanno a gonfie vele, ma “a parte la svalutazione della sterlina che c’è già stata è ancora presto per sapere che cosa succederà all’export del vino, perché i negoziati sono in corso e prima di giugno non credo si saprà che cosa succederà”. In ogni caso, l’evento, a cui parteciperanno oltre 2.000 espositori provenienti da una quarantina di Paesi, è come sempre business oriented, con i tradizionali “One to Wine Meetings” e, per la prima volta, un programma di “Hosted Buyers”, con 200 nuovi compratori internazionali. L’obiettivo è quello di assicurare la presenza degli attori chiave dell’e-commerce, del travel retail, della grande distribuzione o del settore alberghiero. Senza dimenticare Vinexpo Explorer, il formato firmato sempre da Vinexpo che, ogni anno, porterà 100 buyer internazionali in un grande territorio del vino, a partire dall’Austria, l’11 ed il 12 settembre.
Lo studio Iwsr - International Wine and Spirits Research
Nell’analisi dei consumi globali firmata da Iwsr, le tendenze che animeranno il mercato globale da qui al 2020, ma, precisa Deglise, “a differenza dei dati ufficiali che si basano su import ed export, l’analisi Iwsr considera i consumi reali, mentre le statistiche ufficiali non comprendono il consumo degli stock e fenomeni come il contrabbando e il mercato nero che esistono in America Latina, Africa e in parte in Asia, allo scopo di evitare la tassazione. Lo studio prende in considerazione 125 mercati è ed è database più completo al mondo”. Sebbene il mercato globale del vino sia in calo del 2,6%, i vini spumanti sono cresciuti dell’8,4% nel 2015, e il Prosecco del 16,5%. I vini Metodo classico hanno accelerato ancora di più la loro crescita.
I vini premium nel 2017 registreranno la miglior crescita in tutto il mondo, con esportazioni che avranno un aumento dell’ordine di un milione di casse. La Svizzera, il Regno Unito e la Germania realizzeranno le loro migliori performance nell’Europa Nord Occidentale e i vini della Nuova Zelanda avranno buoni risultati in queste ultime regioni.
Il vino rosé continuerà ad aumentare la sua quota di mercato, guidato da Sud Africa, Stati Uniti e dai Paesi dell’Europa Meridionale. Le previsioni mettono in evidenza una crescita del 15% tra il 2016 e il 2020. Le cantine spagnole si sono convertite al rosé come strategia per attirare i giovani consumatori locali. La crescita del Prosecco è destinata a continuare. Ulteriori 19 milioni di casse di vini spumanti saranno consumate a livello mondiale nel 2020, la metà delle quali sarà rappresentata dal Prosecco. I mercati principali saranno rappresentati da Italia, Regno Unito e Stati Uniti, tutti mercati destinati a registrare una crescita di un ulteriore milione di casse entro il 2020. Allo stesso tempo, la “Cava” spagnola registrerà un modesto incremento di ulteriori 300.000 casse entro il 2020.
A livello geografico, gli esportatori devono guardare oltre Oceano. “La crescita dei consumi sarà trainata dall’America - sintetizza Deglise - e il vino che crescerà di più sarà quello frizzante, come il Prosecco. Ma anche i distillati (Europa a parte) sono una categoria sempre più importante e dinamica”. Il continente americano guiderà la crescita per valore (da 44 miliardi di dollari nel 2016 a una previsione di 49 miliardi nel 2020), con l’aspettativa di un ampio guadagno nel breve termine per il segmento premium. Il miglior posizionamento sul mercato si è spostato dagli acquisti corporate di fascia alta a una maggior attenzione al rapporto qualità-prezzo. Gli esportatori francesi, australiani e cileni dovrebbero progredire nella loro quota di mercato in questo tipo di segmento.
Spinta dalla ricca borghesia, la Cina si appresta a guidare il consumo globale di vini fermi e di vini spumanti entro il 2020, con un tasso di crescita del 4,5%. La Cina inoltre spodesterà entro il 2020 il Regno Unito dalla posizione di secondo mercato dei vini fermi per importanza. La regione dell’Asia-Pacific diventerà, secondo le previsioni, la regione più importante per la crescita in termini assoluti per volume, davanti al continente americano, leader storico.
Il panorama dei vini italiani è legato alla congiuntura economica difficile, anche se le stime prevedono che la situazione migliorerà nei prossimi cinque anni. Nel 2015, il consumo di vini fermi leggeri era diminuita, a eccezione del rosé. La ragione di questa progressione è da attribuire al fatto che il rosato è considerato un vino da aperitivo, il cui consumo è particolarmente diffuso tra i giovani. Secondo lo studio, questa tendenza positiva è prevista fino al 2020 con una crescita del 22,2%. Anche se stanno perdendo quote di mercato, i vini rossi rappresentano ancora la maggioranza dei vini fermi consumati in Italia con una quota di mercato del 60%, seguiti dai vini bianchi che si attestano al 34,6%.
La Germania è sempre stata storicamente il mercato principale per le esportazioni di vino italiano. Per il 2015 la Germania ha confermato il suo ruolo di maggior importatore di vini fermi leggeri italiani con 58,8 milioni di casse da 9 litri, ma con un decremento del 6,5% rispetto al 2014. Gli Stati Uniti, che sono il secondo mercato di riferimento per i vini italiani, ha importato una maggiore quantità di vino nel 2015 rispetto all’anno precedente (+4,16%). Il Regno Unito si posiziona al terzo posto. Considerando il segmento dei vini spumanti, la Germania ha perso la leadership. A oggi è il Regno Unito il primo importatore di vini spumanti dall’Italia con 10,45 milioni di casse da 9 litri, facendo registrare un aumento del 47% tra il 2014 ed il 2015. In confronto, la Germania ha importato 8,88 milioni di casse da 9 litri nel 2015. La terza destinazione maggiore per i vini spumanti italiani sono gli Stati Uniti con 8,79 milioni di casse da 9 litri nel 2015.
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